UEFA criticata in modo duro sul fronte sicurezza. Spunta la notizia sulle dimissioni, dopo molti anni lascia l’incarico.
Uefa, cosa sta succedendo? La notizia su una dura presa di posizione lascia interdetti tutti gli appassionati di calcio. A partire dalla primavera il progressivo allentamento delle misure di anti covid sta rendendo gli stadi nuovamente pieni. Una situazione di graduale ritorno alla normalità che non può che innescare il buon umore per tutti coloro che amano respirare aria di calcio dal vivo. A pochi metri dai propri beniamini. Ma anche per gli spettatori casalinghi: l’impatto visivo e sonoro, rispetto ad un impianto vuoto per le porte chiuse è tutt’altra storia.
Il via libera allo stadio per i tifosi, però, pone in allerta (come normale che sia) gli organi deputati alla sicurezza pubblica. Non sono mancati disagi e polemiche proprio negli ultimi eventi di Champions ed Europa League. Da menzionare a tal proposito la severa nota ufficiale del Real Madrid che ha chiesto spiegazioni sulla gestione della finale a Parigi. Spunta, inoltre, un importante retroscena in casa UEFA.
UEFA, disagi ed incomprensioni sulla sicurezza: spuntano le dimissioni
La situazione in merito alla sicurezza dei tifosi resta da chiarire e, soprattutto, migliorare. Il recente duro comunicato dei Blancos fa luce sulla situazione, in particolare, venutasi a creare nei pressi dello Stade de France. Una situazione caotica ed incresciosa che ha visto molti tifosi alla mercè dei delinquenti locali. Un giorno non memorabile per molti di loro, che avrebbero desiderato godersi lo spettacolo della finale.
A tal proposito The Guardian rivela un importante dettaglio sulla questione sicurezza in casa UEFA. Frosdick, decano della sicurezza negli impianti sportivi inglese, ha rassegnato le dimissioni. L’esperto avrebbe manifestato insoddisfazione per la gestione di Pavlica, amico di Ceferin, del compartimento. Una notizia di un certo peso dal momento che Frosdick lavorava da piú di dieci anni per la UEFA.
In pentola, per la UEFA, bolle ancora la questione Superlega. A luglio ci saranno due giorni che rischiano di cambiare definitivamente il calcio.