Le prove audio presentate da un avvocato mettono ulteriormente nei guai l’Ecuador a pochi mesi dal Mondiale invernale in Qatar
La Fifa è scossa dal caso Castillo. A pochi mesi dal Mondiale in Qatar lo scandalo venuto alla luce in Sud America imbarazza l’organismo presieduto da Gianni Infantino. La vicenda dovrà essere esaminata con attenzione. Il Cile, intanto, rappresentato dall’avvocato Eduardo Carlezzo sfodera alcune mosse a sorpresa.
L’avvocato de la Roja ha presentato diverse prove che sembrano indicare come Byron Castillo, difensore dell’Ecuador, sia in realtà nato in Colombia. Il caso del calciatore arrivato in nazionale con documenti falsi sta creando enorme subbuglio in Sud America.
Ecuador, l’avvocato del Cile presenta gli audio in cui Castillo riconosce di essere nato in Colombia
Il polverone è ormai stato sollevato. Il Cile, mediante l’avvocato Eduardo Carlezzo, sta raccogliendo una serie di prove che confermerebbero l’irregolarità della posizione di Byron Castillo. La denuncia per irregolarità e frode è già avvenuta. Sotto accusa sono terminati dei certificati di nascita con dati dubbi e anche un certificato di battesimo colombiano.
A questi, poi, si aggiungono degli audio considerati compromettenti perché in essi vi sarebbero delle confessioni fatte da Castillo ad alcuni giornalisti. A darne notizia è la redazione di ‘Redgol’.
Il Cile spera che possano essere sottratti i punti all’Ecuador e che i punti corrispondenti siano invece consegnati a La Roja che con essi si qualificherebbe al prossimo Mondiale in Qatar.
L’avvocato Carlezzo ha presentato alcuni audio in cui Castillo ammette di essere arrivato in Ecuador appena compiuti i nove anni. In uno di questi, il difensore risponde ad un giornalista dicendo: “Non mi piace parlare di questo perché sapevo che questa cosa sarebbe uscita fuori, che sarebbero uscite fuori cose non vere. Molta gente mi ha dato il suo appoggio e ora sono pronto per trionfare”.
In un altro Castillo dice: “Sono arrivato al Norteamerica in un complesso sulla costa dove non c’era nulla. Mi mancava la mia famiglia e sono stato una settimana piangendo. Arrivai a nove anni”.
Un altro scambio di audio poi al centro delle prove presentate da Carlizzo. “Il colonnello mi capisce perché non so cosa può succedere, confido in te” e l’agente Wladimir Ortiz risponde: “Cerchiamo di fare in modo che non succeda nulla di cattivo per te. Sei un bravo ragazzo e non hai colpe”. Per Carlezzo queste prove testimoniano una serie di irregolarità.