Il difensore Chiellini in un’intervista ha svelato qualche dettaglio in merito al suo futuro al termine del lungo percorso nella Juventus
Contro la Fiorentina, suo vecchio club, Giorgio Chiellini ha disputato la sua ultima partita con la maglia della Juventus. Per il difensore livornese è stata l’ultima battaglia al termine di un lungo percorso con i bianconeri con i quali ha ottenuto molte soddisfazioni ma anche qualche boccone amaro.
Il centrale toscano ha vestito la casacca della Juventus in 561 occasioni mentre in 116 partite è stato impegnato con l’Italia. Con gli Azzurri, pochi mesi dopo la vittoria dell’Europeo è arrivato il boccone amaro della mancata qualificazione al Mondiale, la seconda consecutiva. “Un percorso compromesso dal pareggio nella prima partita contro la Bulgaria. Il successo di Wembley è stato inebriante, forse abbiamo pagato pure quello. Nei playoff avremmo potuto perdere con il Portogallo ma mancare la finale ed uscire sconfitti dalla partita con la Macedonia del Nord è inaccettabile”, ha detto Chiellini a ‘La Gazzetta dello Sport’.
Chiellini, sì alla MLS: “Mi piacerebbe un’esperienza più leggera. Per fare il dirigente bisogna studiare”
Dopo diciassette anni di Juventus, Giorgio Chiellini guarda oltre. Il difensore, nel corso dell’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’, ha parlato pure della possibilità di emigrare nella MLS: “Dalla Juve ho avuto tanto e ho dato tanto. Ora mi piacerebbe fare un’esperienza più leggera, anche di vita. Voglio staccare la spina e tornare più carico. Per fare il dirigente è necessario prepararsi bene e studiare. Tornerò a vivere sicuramente a Torino perché ormai è la casa della mia famiglia”.
Mercoledì per Chiellini si chiuderà un altro lungo capitolo, quello con la Nazionale. Il centrale scenderà in campo per l’ultima volta a Wembley, contro l’Argentina: “Quando l’ho saputo ho pensato fosse un regalo del destino. Ho visto in essa un’ultima opportunità, una passerella contro Messi, uno dei più forti della storia del calcio. Voglio godermi questa partita, in uno stadio simbolico. Senza questa possibilità avrei lasciato l’Italia con la tristezza di Konya”.
Il difensore crede in Mancini e promuove Bastoni: “Mancini è l’uomo giusto per portare avanti il progetto, valorizzando ancora di più i ragazzi. Bastoni è mancino come me e sta diventando molto forte a livello internazionale. Deve maturare e imparare dai suoi errori come ho fatto io. Il frutto del lavoro svolto nei settori giovanili negli ultimi dieci anni comunque si vedono. I difensori hanno una base tecnica altissima, non devono perdere però la capacità di marcare”.