Il presidente dell’Uefa Ceferin senza giri di parole ha utilizzato parole poco lusinghiere nei confronti del movimenti calcistico italiano
L’Italia, un anno dopo la vittoria dell’Europeo, si ritrova avvolta dalla seconda mancata qualificazione al Mondiale. Due fallimenti consecutivi, qualcosa che non era mai successo prima nella storia della Nazionale. Una debacle che invita a riflettere sulle possibili cause ma che impone soprattutto a rivolgere il pensiero su quelle che possono essere le soluzioni.
Anche a livello di club la situazione non è molto differente sebbene la Roma offra adesso un barlume di speranza. I giallorossi, questa sera, saranno impegnati nella finale di Conference League. Battendo il Feyenoord, la squadra di José Mourinho permetterebbe all’Italia di portare una sua rappresentante sul gradino più alto a distanza di 12 anni. Intanto, le ultime dichiarazioni del presidente della Uefa Aleksander Ceferin sono delle vere e proprio picconate nei confronti dell’Italia.
Il presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin ha rilasciato alcune dichiarazioni a ‘Sky Sport’. In esse si è soffermato sulla candidatura dell’Italia ad ospitare Euro 2032. Una possibilità intorno alla quale il massimo dirigente dell’organismo associativo calcistico europeo è rimasto piuttosto freddo: “Ho parlato a lungo con Gravina, penso che l’Italia sia una nazione che vive e respira calcio tuttavia la situazione infrastrutturale del Paese è terribile per una nazione di questo livello. Sarebbe importante garantire un incremento delle risorse. Se il Governo italiano non garantirà l’aiuto per realizzare nuove infrastrutture può diventare un problema”.
Torna dunque nuovamente alla ribalta la questione degli stadi italiani, vecchi e fatiscenti e con pochissime eccezioni in questo senso. Ceferin ha poi proseguito il suo discorso analizzando pure la crisi dei club e le grosse polemiche legate all’indice di liquidità: “Alcune società avrebbero seri problemi al di là delle nuove regole del financial fair play. Se i club non rispetteranno le regole, andranno incontro ad altri problemi. Dobbiamo diventare un’industria sostenibile. Nel calcio, le società da un lato vogliono generare profitti e dall’altro anche vincere. Per farlo qualche volta lo sforzo economico non è sostenibile. Se una squadra non spenderà più del 70% del budget per i giocatori”.
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