“È solo propaganda”: Juve-Inter, la frecciata ha un nome

Continuano le polemiche dopo la finale di Coppa Italia di ieri sera tra Juve ed Inter. L’accusa partita è decisamente pesante.

Ora è ufficiale, sarà una stagione da zero titoli quella del ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juve. La sconfitta di ieri in finale contro l’Inter, dopo quella già maturata in Supercoppa, fa sfumare anche l’ultimo obiettivo stagionale.

Massimiliano Allegri, tecnico della Juve
Massimiliano Allegri (LaPresse)

In campionato, a parte un avvicinamento velleitario nell’ultima fase, la Juve non ha mai dato l’impressione di poter entrare nella lotta, prima a tre poi a due, dello Scudetto. Anzi, per larghi tratti della stagione si era addirittura temuto per un posto Champions. Solo il faraonico mercato di gennaio, con gli arrivi di Vlahovic e Zakaria, ha consentito alla squadra di imprimere la vera svolta e di centrare quantomeno l’obiettivo minimo stagionale.

In Champions League le cose sono andate decisamente peggio. L’eliminazione per mano del Villarreal fa il paio con quelle delle scorse stagioni. La Coppa Italia era dunque un salvagente per la stagione. Un salvagente che Massimiliano Allegri non è riuscito a cogliere.

La dirigenza della Juve
La dirigenza bianconera (LaPresse)

Juve, l’accusa: “Inter compatta, bianconeri solo propaganda”

Il collega Tony Damascelli ci va giù pesante dalle pagine de Il Giornale. Nel suo editoriale titola chiaramente come ci sia una differenza sostanziale tra Inter e Juve in questo momento. “Una squadra compatta, l’altra solo propaganda“, riferendosi nel primo caso ai nerazzurri, nel secondo ai bianconeri.

Gli fa eco Giovanni Capuano che, riprendendo il pezzo parafrasa il collega: “La Juventus oggi è un binario morto, altro che propaganda“. Pensieri non certo positivi nei confronti della società di Andrea Agnelli che adesso, davanti al primo zero titoli dopo un decennio di vittorie, è costretto ad interrogarsi. Della squadra del primo Allegri, capace di dominare in Italia e arrivare a competere in Europa, resta poco. Alla società il compito, secondo molti non semplice, di ricostruire quanto prima.

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