Caos Mondiali, la nazionale non ci sta e vuole spingere per il ricorso presentato ai vertici della FIFA: “È stata una cospirazione”
La competizione dei Mondiali in Qatar 2022 si avvicina sempre di più ma non mancano in ogni caso malumori e caos interni. Una nazionale in particolare non ha accettato quanto avvenuto nell’ultima gara di spareggi disputata e ha perciò presentato senza indugi ricorso.
I protagonisti della vicenda sono l’Algeria e il Camerun, nazionali che si sono incrociate nelle gare degli spareggi per accedere alla competizione dei Mondiali. Nella gara di ritorno, andata in scena il 29 marzo, il Camerun ha vinto al 124′ minuto grazie alla rete segnata da Ekambi.
La Federazione algerina, tuttavia, non ha accettato l’arbitraggio portato avanti nel corso del match e le scelte che ne sono derivate. Per questo motivo, il 31 marzo scorso, ha deciso di presentare ricorso per chiedere che la gara venisse nuovamente disputata. L’Algeria ha richiesto che venisse condotta un’indagine direttamente dai vertici della FIFA per tre episodi in particolare: un gol annullato a Islam Slimani, un rigore non fischiato e la convalida della prima rete del Camerun senza l’utilizzo del VAR.
Mondiali, caos per la gara di qualificazione: botta e risposta tra Algeria e Camerun, coinvolta la FIFA
Il CT dell’Algeria Djamel Belmadi ha riferito, in merito a quanto contestato all’arbitro Bakary Gassama e al Camerun, che: “È stata una cospirazione contro il Paese“. Accuse pesanti che hanno fatto da accompagnamento, in un certo senso, al ricorso presentato alla FIFA per la gara di spareggio giocata contro il Camerun.
Dal canto suo, tuttavia, la Nazionale camerunese non è rimasta semplicemente a guardare. Tramite il proprio presidente, Samuel Eto’o, ex di Barcellona e Inter, è stato infatti emanato un comunicato stampa perentorio. “Condanniamo – si legge nella nota – queste accuse diffamatorie, instillate in modo allusivo e ripetutamente formulate dai dirigenti algerini. Inoltre, ci riserviamo il diritto di portare nei prossimi giorni la questione al Comitato Etico FIFA”.