Brutte notizie in arrivo per la nostra Serie A? La UEFA sarebbe pronta ad intervenire con alcune penali che investirebbero anche l’Italia.
Fair play finanziario, plusvalenze e chi più ne ha, più ne metta. Sono diverse le ‘tempeste’ che il calcio europeo e quello italiano hanno affrontato negli ultimi periodi. E adesso, un’altra si prepara alla porte, pronta ad investire anche la nostra Serie A.
Stavolta, al centro del dibattito, c’è il calcio femminile. La UEFA crede molto nel movimento rosa ed è pronta ad intervenire con aiuti concreti per sviluppare e dare un incentivo alle tante realtà sparse sul suolo continentale.
Aiuti, ma anche e soprattutto penali, per i tanti club che non aderiranno a quella che sarà una vera e propria rivoluzione da parte del principale organo calcistico europeo. E molte società di Serie A rischiano di trovarsi dal lato sbagliato.
La UEFA interviene per il calcio femminile: pronte le penali, anche la Serie A ‘rischia’
Secondo quanto riportato da ‘A Bola’, la UEFA lavora per valorizzare il calcio femminile. Dalla stagione 2023-2024, verrà inclusa nella licenza per le competizione europeo un incentivo ai club che svilupperanno l’aspetto femminile del proprio settore tecnico. E di conseguenze, sanzioni penali per i club che non rispetteranno le nuove norme.
Approvata la scorsa settimana, dal 1mo giugno entra in vigore il nuovo regolamento UEFA per licenze e sostenibilità finanziaria. E con l’articolo 21 è previsto che: “[…] i club siano chiamati a supportare il settore tecnico femminile mediante una delle tre possibilità: la creazione di una squadra per partecipare a competizioni ufficiali; sostenerne una già esistente; organizzare iniziative previste e definite di concerto con la federazione”.
Di qui, anche la nostra Serie A rischia di essere penalizzata. In Italia sono ancora diversi i club (anche di alto livello, come per esempio la SSC Napoli) che sono sprovvisti di un vero e proprio settore tecnico al femminile. Il movimento, di certo, resta in crescita, ma è chiamato a mettersi in pari con il resto dell’Europa per evitare problematiche (seppur minime) con la UEFA. La sfida è lanciata.