Il tempo effettivo sarà mai parte del regolamento calcistico? Se ne discute da tempo, e presto potrebbe arrivare un vero esperimento.
Come sarà il calcio del futuro? Dopo essersi evoluto più e più volte nei suoi primi anni di vita, lo sport più popolare al mondo si è dimostrato restio nei confronti di nuovi cambiamenti alle regole per tutto il XX secolo, cambiando pochissimo le famose “Laws of the Game” coniate dai soci fondatori della Football Association nel lontanissimo 1863.
Le poche modifiche effettuate da allora sono comunque sempre andate in direzione dello spettacolo, con lo scopo di rendere più attraente il gioco così da mantenerne intatta la popolarità: la modifica del fuorigioco nel 1923, quindi la regola che vietava al portiere di raccogliere i passaggi dei compagni con le mani.
Adesso i tempi potrebbero essere maturi per un cambiamento che rivoluzionerà completamente il calcio. E che in altri sport funziona con successo da tempo. Parliamo ovviamente del tanto discusso “tempo effettivo di gioco”, che insieme alla proposta dei Mondiali biennali è uno degli argomenti più chiacchierati degli ultimi tempi.
Tempo effettivo, esperimento in arrivo in Portogallo
Nonostante le recenti smentite da parte della FIFA, infatti, la federcalcio portoghese sarebbe pronta a tentare un esperimento in occasione della prossima Taça Revelação, importante campionato giovanile Under 23.
Le gare del torneo in questione si svolgerebbero su due tempi di 30 minuti effettivi, con il cronometro che si arresta nel momento in cui il pallone non è in gioco.
Se si tratterà di prove ufficiali verso una modifica regolamentare dipenderà dall’IFAB (International Football Association Board) e dalla sua eventuale approvazione. Ma certo non mancheranno analisti che verificheranno l’impatto che il tempo effettivo avrebbe sul gioco.
Le nuove generazioni sono infatti sempre più attratte da realtà come i videogiochi FIFA, dove il tempo effettivo e i ritmi sostenuti sono fondamentali. Qualcosa che cozza con un calcio che secondo l’ultimo studio CIES ha visto i più importanti campionati d’Europa registrare una media di poco inferiore ai 60 minuti su 90.
A ulteriore conferma di quanto sia almeno da valutare un cambiamento in questo senso i dati della ricerca sulla Premier League. Qui è facile notare come le squadre che generalmente offrono un calcio considerato più attraente (Manchester City e Liverpool) siano anche quelle che offrono di media un maggior gioco effettivo.
Pur senza snaturarsi, il calcio deve assolutamente cercare di non perdere la popolarità acquisita nel corso della sua lunga storia. E per farlo dovrà offrire maggiore spettacolo a un pubblico che ha gusti diversi da quello delle generazioni precedenti. L’esperimento portoghese, in questo senso, potrebbe essere il primo passo.