Juve-Napoli finisce ancora nell’occhio del ciclone. La FIGC ha diramato un comunicato ufficiale sull gara dello scorso gennaio.
Aveva fatto discutere non poco il match Juve-Napoli dello scorso 6 gennaio 2022. Nel mirino delle critiche degli addetti ai lavori e dei club erano finiti Stanislav Lobotka, Amir Rrahmani e Piotr Zielinski. Il motivo? I tre scesero in campo nella delicata sfida del Napoli di Luciano Spalletti contro la Juventus di Massimiliano Allegri nonostante fossero stati sottoposti a quarantena domiciliare fino al 9 gennaio dall’ASL Napoli 2 Nord.
A poche ore dall’inizio della partita, più precisamente alle 17.01 del 5 gennaio 2022, l’autorità sanitaria bloccò i tre calciatori azzurri. Arrivò, infatti una nota che aveva come oggetto “Provvedimenti da adottar per positività al TNF di alcuni componenti del Gruppo Squadra SSC Napoli”. In soldoni, dunque, i tre azzurri scesero in campo nonostante fossero in quarantena.
Juve-Napoli, la FIGC deferisce gli azzurri
La partita si disputò regolarmente con i tre calciatori in campo e l’affare sembrava oramai archiviato. Così non è stato, perché oggi è arrivato un comunicato ufficiale della FIGC che aggiunge un ulteriore capitolo alla storia. Il Procuratore Federale, infatti, dopo l’attività istruttoria, ha deferito al Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare il presidente della SSC Napoli Aurelio De Laurentiis. Con lui anche il responsabile sanitario del club partenopeo Raffaele Canonico.
I due sarebbero rei di non aver fatto rispettare e di non aver vigilato sulle norme in materia sanitaria. Nello specifico avrebbero consentito a Lobotka, Rrahmani e Zielinski di partire per Torino insieme al resto del gruppo squadra per giocare Juve-Napoli. La nota aggiunge che Aurelio De Laurentiis e Raffaele Canonico della società partenopea sono stati deferiti per aver violato l’art.6, comma 1 e comma 2, del C.G.S.
Il comunicato è destinato a far discutere e, con ogni probabilità, il Napoli procederà nella battaglia legale poiché il protocollo sanitario destinato al mondo del calcio è chiaro e riferisce della circostanza legata all’attuazione del processo ‘casa-lavoro’, con gli atleti autorizzati a continuare l’attività agonistica.
Un episodio analogo accadde alla Lazio di Claudio Lotito. Il club biancoceleste se l’è cavata con sette mesi di inibizione per il patron, dodici mesi ai medici Ivo Pulcini e Fabio Rodia ed una multa da 150mila euro. Il Tribunale federale Nazionale ha evitato il peggio alla Lazio visto che la Procura FIGC aveva chiesto tredici mesi di squalifica per Lotito e sedici per i medici. Il rischio, in quel caso, era di subire anche una dura penalizzazione in classifica generale che poi non c’è stata.