Italia, disastro Mondiale: Gravina espone i colpevoli, che stoccata

L’Italia e la notte da incubo in quel di Palermo. Gli azzurri falliscono l’accesso al Mondiale e il presidente della FIGC, Gravina, espone i colpevoli.

Una notte da incubo, quella che l’Italia si è trovata a vivere nella cornice di Palermo. Il Barbera doveva essere teatro di una serata di festa, e invece, è diventato il terreno dove la sofferenza azzurra ha preso corpo e vita.

Gravina in conferenza stampa
Gravina (LaPresse)

Dopo il trionfo nell’Europeo, gli azzurri falliscono l’accesso al Mondiale e cadono 0-1 in casa contro la Macedonia del Nord. Una doccia gelata per la Nazionale italiana, che adesso si trova a dover ripartire da zero.

Il nostro progetto va avanti, continua. Ci ho messo la faccia e si va avanti a testa alta, consapevoli che quando non si vince significa che sono stati commessi degli errori”: questo il commento del presidente della FIGC, Gabriele Gravina, in conferenza stampa, al fianco del CT Mancini.

Gravina in conferenza stampa
Gravina (LaPresse)

Italia, addio al Mondiale: Gravina piazza la frecciata contro i colpevoli in conferenza stampa

Di qui, il numero uno della Federcalcio non è tenero e piazza la stoccata ai club della Serie A, ritenuti colpevoli di osteggiare il lavoro della Nazionale: “Avevamo anche chiesto il rinvio di una giornata… La Nazionale viene vissuta come un fastidio dalle società, mentre i ragazzi convocati arrivano qui con grande entusiasmo e voglia di fare bene”.

E ancora: “C’è sempre grande resistenza da parte dei club, quando il CT Mancini dirama le sue convocazioni. I club pensano solo a tutelare i loro interessi e il loro patrimonio. Noi non possiamo imporre con regole determinati comportamenti. Deve essere una questione ed una forma di rispetto”.

Infine, Gravina chiude: “Non cerchiamo alibi, però. L’Italia ha perso sul campo e non cerchiamo verifiche alternative al risultato. Dobbiamo ripartire da questo risultato e riflettere su una progettualità monca che sta incidendo sul nostro calcio”.

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