Italia fuori dai Mondiali, cosa succede: l’annuncio spiazza tutti

Un altro Mondiale senza l’Italia sarebbe una disfatta: ecco cosa succederebbe in questo caso. L’annuncio del presidente

La partita di domani tra l’Italia e la Macedonia dirà molto sul futuro della nazionale italiana, anche se dopo ci sarebbe ancora un altro match, qualora dovesse arrivare la vittoria. Negli anni si sono viste le dimissioni di diversi presidenti della FIGC per i ‘fallimenti’ delle nazionali. Scuse per le scelte dei commissari tecnici e per i progetti, appunto, che non hanno rispettato le aspettative. E un risultato del genere potrebbe essere proprio quello di non partecipare al Mondiale.

Gravina non si dimette
Mancini (LaPresse)

Il girone dell’Italia era assolutamente abbordabile per la squadra di Roberto Mancini. L’unica che poteva giocarsela un po’ di più era la Svizzera, che alla fine è arrivata prima. Ma la differenza tecnica tra le due squadre c’è ed è evidente, al di là dell’Europeo vinto e del 3-0 dell’Olimpico dell’estate scorsa. Proprio di ciò che potrebbe succedere per la mancata qualificazione al Mondiale, ha parlato Gabriele Gravina.

Gravina non si dimette senza Mondiale
Gravina (LaPresse)

Italia, Gravina si sbilancia sul suo futuro

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Repubblica: “Dimissioni in caso di mancata qualificazione? Solo un pazzo lega politica e risultato sportivo, io voglio vincere. Ma nel caso superassimo il turno, i problemi del calcio italiano non sarebbero risolti. Sono stato eletto un anno fa, ho una maggioranza solida, ampio consenso e c’è la vittoria dell’Europeo”. Prosegue il presidente ricordando i vecchi tempi: “Il quadro di Tavecchio era diverso. La maggioranza era ridotta e aveva anche il CONI contro”.

Gravina si è poi soffermato sul ruolo di Mancini: “Gli ho rinnovato il contratto prima dell’inizio dell’Europeo, ha perso una partita delle ultime quaranta. Con un rigorino segnato contro la Svizzera, parleremmo d’altro”. Chiusura sui consensi in Serie A: “Solo due o tre club non mi vengono dietro. Le resistenze vengono da vecchi protagonisti che a livello governativo nel calcio non sono un esempio da seguire”.

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