La Serie A continua a collezionare figuracce in Europa, ma i 776 milioni spesi imponevano alla Juventus di fare molto, molto meglio
Il fatto che la disfatta della Juventus col Villarreal sia l’ennesima mazzata sul calcio italiano è fuori discussione. Gli spagnoli, settimi in classifica nella Liga, hanno eliminato dalla Champions con tre gol nei loro stadi sia l’Atalanta che i bianconeri. Le loro uscite di scena, unite a quelle di Milan e Inter, lasciano la Serie A senza rappresentanti ai quarti per il secondo anno consecutivo. Il Napoli, contro un Barça più forte ma non imbattibile (Galatasaray docet) e la Lazio col Porto hanno dimostrato i loro grandi limiti, riducendo le nostre chances in Europa League.
Un disastro per la credibilità del nostro calcio, aggrappata ora ai bergamaschi retrocessi nella seconda competizione europea e alla Roma in Conference. Dovranno provare loro a interrompere il digiuno di titoli continentali per club iniziato dall’ormai lontanissimo 2010. Il calcio italiano non funziona, si sta allontanando a passi sempre più spediti dalle altre grandi leghe d’Europa, e non accenna a cambiare rotta.
La ricetta per uscire da questo pantano è la solita: stadi, centri sportivi, investimenti sui giovani, idee, coraggio. Ne parliamo ogni anno, sono discorsi ricorrenti, divenuti ormai ridondanti, noiosi. Ci sarebbe, però, un’eccezione da tenere in conto. Ed è proprio la Juventus.
Il club bianconero ha tutto per essere la nostra ‘anomalia’ in Europa. Uno stadio moderno e di proprietà, un centro sportivo all’avanguardia, una struttura societaria solidissima e degli investimenti, dati alla mano, da top club. Se prendiamo in analisi l’ultimo quadriennio, quello partito col clamoroso acquisto di Cristiano Ronaldo, la Juventus, secondo i report di Transfermarkt, ha investito 775 milioni sul mercato.
Nessuna squadra europea è arrivata a questa cifra. In Premier, il Chelsea si è fermato a 619 milioni, nella Liga il Barça a 621, in Bundesliga il Dortmund a 334 (il Bayern addirittura a 284) e in Ligue1, il tanto vituperato PSG è a quota 473. Si dirà che la Juventus ha anche venduto, ed è vero. Ma il passivo resta enorme: meno 290 milioni. Il terzo peggiore d’Europa dietro Arsenal (-381) e Manchester United (-379).
Sono dati parziali, ai quali vanno aggiunte le spese per gli ingaggi (monstre soprattutto in Premier), ma che impongono una riflessione. La Juventus, oggettivamente, non è all’altezza di altre corazzate in corsa per la Champions, ma aveva uomini e mezzi per fare molto, molto meglio rispetto alle indecorose cadute con Ajax, Lione, Porto e Villarreal.
Nascondersi dietro ai disastri del calcio italiano, che ci sono e vanno comunque denunciati, sarebbe un errore. La Juventus doveva essere la nostra eccezione. E, invece, si è appiattita sulla nostra mediocrità.
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