In Premier, altre importante iniziativa del mondo del calcio dopo lo scoppio della guerra in Ucraina: forte presa di posizione dell’Everton
Le reazioni del mondo del calcio in seguito all’invasione della Russia in Ucraina proseguono. L’ultima è stata ufficializzata da un club della Premier League. I legami tra le formazioni inglesi e gli imprenditori russi non mancano. Ora però ci sono delle novità importanti. L’ultima riguarda l’Everton.
I ‘Toffees’ con una nota ufficiale hanno preso le distanze da alcuni loro importanti sponsor che fanno parte ad una personalità molto importante ed influente pure nel mondo dello sport.
Guerra Ucraina, la decisione dell’Everton: “Sospesi gli accordi di sponsorizzazione russi”
Nel comunicato con cui l’Everton ha comunicato la sospensione di alcuni accordi commerciali, la formazione di Liverpool ha espresso grande vicinanza nei confronti di Mykolenko. Il terzino sinistro ucraino si è trasferito lo scorso mese di gennaio in Inghilterra proveniente dalla Dinamo Kiev per oltre 20 milioni di euro. “Tutti nell’Everton sono rimasti scioccati e rattristati per gli eventi spaventosi che si sono verificati in Ucraina. Questa tragica situazione deve finire al più presto e ogni ulteriore perdita di vite umane deve essere evitata. I giocatori, lo staff tecnico e tutti coloro che lavorano nell’Everton stanno dando pieno supporto al nostro giocatore Vitalii Mykolenko e alla sua famiglia e continueranno a farlo”.
In coda, il passaggio che fa riferimento ai rapporti commerciali: “Il club conferma di aver sospeso con effetto immediato tutti gli accordi di sponsorizzazione commerciale con le società russe USM, Megafon e Yota”.
Gli sponsor russi ai quali si fa riferimento sono aziende legate al magnate russo Alisher Usmanov. Nelle scorse ore, si è parlato molto in proposito del fatto che l’Unione Europea ha congelato i beni dell’oligarca.
La formazione inglese occupa il quartultimo posto in classifica con 22 punti, uno in più rispetto al Burnley, e uno in meno invece rispetto al Leeds, che ha giocato due partite in più in una Premier League fortemente condizionata dal Covid e da un calendario fittissimo.