“Chissà che verrà fuori…”: Juventus, incredibile attacco dall’ex presidente

La Juventus nel mirino dell’ex presidente di un club di Serie A: attacchi pesanti, destinati a far discutere nei prossimi giorni.

Dal 2020 ha abbandonato la Serie A, cedendo la Roma alla famiglia Friedkin. Un lungo matrimonio conclusosi dopo 9 anni durante i quali sono arrivate più delusioni (tra risultati sportivi e questione stadio) che soddisfazioni. Tuttavia James Pallotta continua a seguire con grande interesse il campionato e le vicende che riguardano i top club italiani. 

Agnelli della Juventus ed Elkann discutono
Andrea Agnelli e John Elkann (Lapresse)

A confermarlo è stato lui stesso, attraverso un’intervista concessa alla radio americana ‘SiriusFM’. Nell’occasione l’ex numero uno giallorosso ha commentato le indagini della Procura federale della Figc volte a fare luce su numerose plusvalenze effettuate nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2021, lanciando dei veri e propri missili verso la Juventus.

“Pensavo fosse la squadra più forte degli ultimi nove anni, ma ora inizio a metterlo in dubbio. Avevano il loro stadio e più del doppio dei nostri ricavi, ogni volta che avevamo un buon giocatore in rosa dovevamo preoccuparci se sarebbe arrivata la Juve a prenderselo. Lo hanno fatto con il Napoli, il Milan, lo hanno fatto con noi con Pjanic, e lo hanno appena fatto con la Fiorentina”.

Tutte le news sulla SERIE A e non solo: CLICCA QUI!

Pallotta saluta
James Pallotta (Ansa)

Juventus, che attacco dall’ex presidente della Roma Pallotta

Pallotta è poi andato avanti, motivando il proprio pensiero. “Non sappiamo cosa ne verrà fuori, ma sembra chiaro che la Juventus potrebbe aver fatto qualche ‘giochino’ con il calciomercato”. Il sistema del fair play finanziario, secondo l’imprenditore, non ha prodotto gli effetti sperati. “Le grandi squadre sono riuscite a farla franca con ogni genere di cose. I proprietari possono ottenere tutto”.

LEGGI ANCHE >>> Roma, l’aggiornamento che Mourinho aspettava con ansia

Per Pallotta, in ogni caso, il modello attuato dalla sua Roma era corretto. Poi, però, lui stesso ha commesso un errore di cui ancora si pente. “Prendevamo giocatori, migliorando la squadra, poi li vendevamo per bilanciare i conti, sapendo che persone come Sabatini e altri potevano trovare nuovi calciatori per mantenere la squadra competitiva. Solo così abbiamo potuto fare quello che abbiamo fatto finché non ho fatto una caz… prendendo Monchi”.

Gestione cookie