Prosegue la stagione complicata al Manchester United di Cristiano Ronaldo. Ieri l’ennesimo gesto che avvicina l’addio a fine campionato.
Aveva lasciato la Juventus nelle ultime ore di mercato, con la speranza di ritrovare a Manchester il sorriso perduto. Invece il rientro allo United, per Cristiano Ronaldo, si sta dimostrando più complicato e avaro di soddisfazioni del previsto. Il rapporto con Ole Gunnar Solskjaer è stato caratterizzato da diverse incomprensioni e con il suo sostituto, Ralf Rangnick, le cose non sono migliorate. Anzi.
La conferma è arrivata ieri, nel corso della sfida di Premier League contro il Brentford. Avanti di due reti, il tecnico al 71esimo minuto ha deciso di richiamare in panchina il portoghese facendo entrare Harry Maguire così da blindare la difesa. Un provvedimento non gradito dall’ex Real Madrid, il quale ha prima abbracciato l’allenatore salvo poi gettare a terra la giacca a terra ripetendo in più di un’occasione “Perché mi ha sostituito?”.
Frasi che hanno inevitabilmente fatto finire in secondo piano la vittoria ottenuta dal Manchester, salito così in settima posizione a quota 35 punti, a -2 dal West Ham quarto. Siderale, invece, la distanza dal City capolista (56). Rangnick, dal canto suo, ha provato comunque a minimizzare l’accaduto nella conferenza post-partita.
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Ronaldo, continua la stagione complicata allo United
“Gli ho detto: capisco che sei ancora ambizioso e volevi segnare ma forse tra un paio d’anni, quando sarai allenatore, potresti prendere una decisione simile quando ti ritroverai nella mia stessa situazione” le parole utilizzate dall’allenatore tedesco, che resterà in carica fino al termine dell’attuale stagione. “Gli ho detto che avevo preso la decisione nell’interesse della squadra. Con l’Aston Villa, cinque giorni fa, eravamo avanti 2-0 e poi hanno pareggiato: non volevo accadesse di nuovo e penso di aver preso la decisione giusta”.
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Fin qui Cristiano Ronaldo ha collezionato 14 reti e 3 assist in 23 presenze complessive: un buon bilancio, ma non sufficiente per calmarlo. Si aspetta di più, dal club e dai compagni. In caso contrario, non è da escludere un addio in estate come da lui stesso paventato di recente: “Non sono qui per giocarmi il quinto, il sesto o il settimo posto”.