Da qui a fine stagione Franck Ribery ha l’opportunità di riscattare un’esperienza in Serie A che non è andata come aveva sperato.
Il 21 agosto del 2019 è una data che i tifosi della Fiorentina difficilmente potranno scordare. È il giorno in cui va in scena all’Artemio Franchi la “Franck Ribery Night”, la serata speciale con cui il nuovo presidente Rocco Commisso vuole presentare al suo nuovo popolo il suo primo grande colpo.
Si tratta appunto di Franck Ribery, uno dei migliori calciatori delle ultime decadi, un campione assoluto che, lasciato il Bayern Monaco con cui ha vinto tutto a parametro zero, ha deciso di mettersi alla prova in Italia, in Serie A, in una piazza che con l’arrivo della nuova e ambiziosa proprietà americana vuole sognare in grande dopo anni di mediocrità.
Certo Ribery ha 36 anni, ma la convinzione generale è che abbia classe a sufficienza per fare ancora la differenza. Chi tifa viola, così come chi ama il bel calcio in generale, è convinto di potersi godere da vicino le giocate che lo hanno reso celebre. Ma resterà deluso.
Escluso un inizio abbastanza convincente, Ribery in Italia si rivelerà infatti un fantasma del campione che ha segnato un’epoca. La sua magia si esaurisce quasi subito, complici diversi problemi fisici e una Fiorentina che non decolla mai, si salva a stento e non sembra neanche metterlo mai in condizione di giocare nel suo ruolo ideale. Lui, un esterno d’attacco, ingabbiato nel 3-5-2 con cui la Viola scende costantemente in campo con Montella, Iachini e Prandelli.
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Il bilancio dei due anni di Franck Ribery a Firenze, pur se non esclusivamente per colpa sua, è disastroso: 51 presenze, 5 gol, una decina di assist e 2 espulsioni, le stesse rimediate nel decennio abbondante trascorso al Bayern Monaco e che tradiscono l’evidente nervosismo di un campione che non riesce più a esprimersi in quanto tale.
Non è sorprendente che nell’estate 2021 il matrimonio con la Fiorentina si concluda. Quello che invece stupisce è che, ormai 38enne, Ribery accetti la corte della neo-promossa Salernitana proseguendo così l’avventura in una Serie A dove non è riuscito a lasciare il segno. Ancora una volta viene accolto in pompa magna, grazie al grandissimo passato – oltre 25 i trofei vinti in carriera, 3° nel Pallone d’Oro 2013 – che riesce a fare passare in secondo piano un presente ricco di incognite.
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La Salernitana, infatti, da subito non sembra attrezzata per la Serie A. Lo dimostrano i numeri, che al termine del girone di andata vedono i campani desolatamente ultimi con appena 8 punti, peggior attacco e peggior difesa del campionato. Ribery ha alternato alti e bassi, l’orgoglio del campione ferito e l’inevitabile incedere del tempo.
Le critiche da parte degli addetti ai lavori, che condannano la sua scelta di trasferirsi a Salerno, non mancano. Così come non mancano momenti di nervosismo che più volte fanno pensare che l’avventura campana finirà anzitempo. Secondo una clausola presente nel suo contratto, infatti, il francese potrebbe lasciare unilateralmente il club in qualsiasi momento. E più volte si dice che quel momento sia dietro l’angolo.
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Ma Ribery, che in carriera ha vinto tutto e giocato da professionista oltre 600 partite, non è uno che scappa. Lo ha ribadito anche poche settimane fa in un’intervista a L’Equipe, quando il futuro della Salernitana era appeso a un filo: “Potrei stare a casa, ma c’è ancora benzina nel mio motore. È l’amore della gente, qui i tifosi non fischiano mai. Salvarsi sarebbe come vincere un trofeo, è una sfida difficile ma faremo di tutto per rimanere in Serie A.”
Parole da leader e capitano – così ha deciso il tecnico Colantuono – che potrebbero accendere una piazza e una squadra depressa. E forse regalare un finale di stagione da ricordare, il riscatto tanto atteso dal campione e un sogno, seppur quasi impossibile, per i tifosi.
Tanto per cominciare, la grande paura è dietro l’angolo: dopo aver rischiato fino alle ultime ore del 2021 di non poter concludere il campionato, evento che l’avrebbe distrutta e dato una botta tremenda all’immagine della Serie A, la Salernitana è riuscita passando nelle mani di Danilo Iervolino ad assicurarsi la possibilità di giocarsi la stagione fino all’ultimo.
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Salvarsi sul campo però sarà tutt’altra impresa, ancora più difficile e per molti ormai già impossibile. La possibilità che tutto cambi, però, seppur remota esiste ancora. E sicuramente passa dai piedi di Franck Ribery, il campione per cui la seconda metà della stagione rappresenterà l’ultima chiamata, l’ultima chance per lasciare il segno in un campionato dove avrebbe dovuto essere una stella.
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