Salutiamo il 2021 con l’augurio di vivere il 2022 con la stessa forza che, quel giorno, ci ha mostrato Simon Kjaer
Nessun giorno dell’anno riesce a mescolare malinconia ed entusiasmo quanto l’ultimo. Salutiamo per sempre un pezzo delle nostre vite, promettendoci di migliorare in quello che, tra un brindisi e l’altro, stiamo per accogliere. 365 giorni fa ci eravamo augurati un 2021 senza mascherine, con tanti abbracci e senza alcun distanziamento. Non è andata esattamente così, ma non disperiamo.
L’ondata Omicron di questi giorni ci ha spinto nuovamente nel baratro della paura, dal quale speriamo di uscire presto, e ci sta facendo dimenticare che, in fondo, il 2021 non è stato terribile quanto il suo predecessore. Abbiamo, lentamente e con le cautele del caso, riscoperto la bellezza di stare insieme, l’emozione dei viaggi, rivissuto il boato degli stadi. Ricordate quant’erano terribili le partite a porte chiuse?
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Esattamente un anno fa, proprio su queste pagine, riflettevamo su quanto il 2020 c’avesse insegnato che il calcio, senza i suoi tifosi, sparisce. Che sono loro i veri padroni e che vanno rispettati. Purtroppo, molti accadimenti del 2021, dalla Superlega al caso Salernitana, dimostrano che la lezione non è stata appresa, che il cammino è ancora lungo. Ce lo aspettavamo e guardiamo avanti.
Sono mesi tristi, difficili, ma dobbiamo tentare di aggrapparci a quello di buono che c’hanno lasciato. Lo sport italiano ha fatto l’impossibile per farci sorridere e gliene siamo grati. Dalla Nazionale di Mancini ai miracoli di Tokyo, nel tennis, nella pallavolo, nel ciclismo. Pensateci: un anno fa avreste mai detto che avremmo festeggiato questo capodanno da campioni d’Europa del calcio e campioni olimpici nei 100 metri piani?
Non è molto, certo, ma non è nemmeno così poco. Il calcio, come disse uno tra Valdano e Sacchi (non si è ancora capito), è “la cosa più importante tra quelle meno importanti”, e ci auguriamo che in questo 2022 continui a divertirci, a distrarci, ad appassionarci. Ci aspettano altri mesi di lotta ma lì, in lontananza, un puntino si intravede e voglio sperare che sia la luce alla fine del tunnel.
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Regaliamoci un po’ d’ottimismo e facciamo nostra la lezione di Simon Kjaer, che ci ha donato uno dei momenti più segnanti del 2021. Anche tra vent’anni, ne sono certo, ricorderemo perfettamente il modo in cui, nel mezzo di una tempesta emotiva terribile, ha guidato movimenti e sentimenti di chiunque fosse su quel terreno di gioco. Sapeva, forse, che il lieto fine era ancora possibile, o magari lo sperava soltanto, ma ha fatto ciò che doveva, senza esitare. Non so se il 2022 ci tirerà fuori dall’incubo, ma auguro ad ognuno di noi un anno da Kjaer. Gestiamo la paura, aiutiamo chi è in difficoltà, crediamoci, continuiamo a vivere. Prima o poi, ne saremo fuori.
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