Il Milan e il retroscena di mercato legato al profilo di Dusan Vlahovic: il racconto di Nicolò Schira in diretta a SerieANewsTV
Sedici gol in diciannove partite sono un bottino da top player, a tutti gli effetti. Dusan Vlahovic compare sulla wish-list dei maggiori club europei, sin dai suoi inizi in maglia Fiorentina. “Il Milan è stata la prima squadra che si è interessata al serbo, due anni fa”, svela a SerieANewsTV Nicolò Schira. “Ricorderete, molto prima di Giroud e tanti altri attaccanti, quando i rossoneri avevano Rebic che non ingranava e cercavano un vice-Ibra”.
Di qui, Schira continua: “All’epoca, Vlahovic giocava e non giocava, ma aveva già messo a segno qualche gol pesante. Adesso, un riaccendersi dell’interesse tra il Milan e il bomber della Fiorentina, la vedo difficile. Sia per costi, sia per le politiche societarie dei rossoneri”.
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Il Milan di nuovo su Vlahovic? Schira spiega le difficoltà, a SerieANewsTV
Insomma, un ritorno di fiamma del Milan per Vlahovic resta poco auspicabile. Soprattutto, per le tante difficoltà che Schira illustra in diretta: “Le commissioni da riservare all’agente, l’ingaggio pesante per il ragazzo, il cartellino elevato e l’asta internazionale sullo sfondo… Non mi sembrano i parametri ideali per il Milan. Da quando è arrivato, Elliott preferisce evitare bracci di ferro e aste al rialzo, cercando di tenere sotto controllo gli ingaggi”.
Certo, nonostante le difficoltà di un possibile affare, Vlahovic calzerebbe a pennello al Milan di Pioli: “Rappresenta un po’ quello che manca – continua Schira – C’è Ibra che è un calciatore meraviglioso, ma ha quarant’anni”.
Infine, il rapporto tra Commisso e Vlahovic: “Il patron della viola c’ha sempre creduto. Non dimentichiamo che due anni fa, rifiutò un’offerta da 25 milioni di euro del Lipsia, quando il serbo non era ancora il giocatore di adesso. Ecco perché parte tutta la polemica di Commisso: si sente un po’ tradito da quel Vlahovic che ha sempre coccolato, puntandoci anche quando qualche allenatore della viola titubava. Poi è chiaro, che il ragazzo deve fare anche i suoi interessi di carriera”.