La Serie A si ferma per le festività: sotto l’albero ci auguriamo di trovare un campionato entusiasmante fino alla fine
Dopo tre mesi a bearci per un campionato finalmente incerto nella lotta al vertice, le ultime due settimane stanno delineando uno scenario diverso. L’Inter è nettamente davanti a tutti, non solo in classifica. Ha mostrato certezze diverse dal punto di vista del gioco, dei risultati, della consapevolezza. Simone Inzaghi, al momento, sembra essere addirittura riuscito a migliorare il lavoro di Conte. Qualcuno di voi, a settembre, ci avrebbe scommesso?
L’Atalanta continua a sciogliersi sempre a un passo dall’essere considerata un’antagonista per lo scudetto (e che ragione aveva, Gasperini, quando ricordava “in fondo non siamo mai stati primi”), mentre a Milan e Napoli vogliamo concedere l’alibi degli infortuni. Il match visto domenica sera a San Siro non è stato un grande spettacolo rispetto alle potenzialità delle due squadre, ma, lista degli assenti alla mano, m’avrebbe sorpreso il contrario.
Rossoneri e azzurri, al completo, hanno dimostrato di potersela giocare con l’Inter, ma devono ritrovare uomini e certezze perse per strada nell’ultimo mese. La vittoria di Empoli (grande sorpresa di questo girone: complimenti ad Andreazzoli e Accardi) ha regalato a Pioli un panettone dolcissimo; Spalletti, invece, ha smarrito subito l’entusiasmo di Milano con l’inspiegabile ko interno con lo Spezia. Il Napoli, esattamente come accadde con Gattuso, senza tre-quattro uomini chiave diventa una squadra molto, troppo vulnerabile.
Il destino dello scudetto dipenderà da loro due, uniche compagini che possono tentare di tenere viva una lotta che rischia, dopo nove anni di dominio bianconero, un biennio a tinte nettamente nerazzurre. La Fiorentina, con Italiano, è finalmente riuscita a costruire un progetto solido e, senza Coppe, rappresenta un’outsider molto insidiosa per il quarto posto, forse anche più della Roma di Mourinho e la Lazio di Sarri, dalle quali c’aspettavamo maggiore continuità. Entrambe hanno i mezzi per ritrovarla nel girone di ritorno.
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E la Juve? Allegri finora ha vissuto su un’altalena, ma non mi sorprende la mancanza di “gioco”. La sua Vecchia Signora non è mai stata un bel vedere, però era solida come pochi club in Europa. Finora le è mancato soprattutto quello, e avere incassato solo due reti nelle ultime otto gare rappresenta un segnale. Il calendario, va detto, era molto clemente (Salernitana, Genoa, Bologna, Cagliari…) e si è riusciti comunque a buttar via due punti col Venezia. Il ritorno di Dybala e Chiesa può sparigliare e i quattro punti di distanza dalla zona Champions sono recuperabilissimi. Lo scontro diretto col Napoli ci dirà tanto sulle sue ambizioni.
In fondo alla classifica, fa tristezza la situazione della Salernitana. Nessun club al mondo meriterebbe un trattamento del genere, ma mi auguro che il suo caso faccia da spartiacque risolvendo definitivamente la questione multiproprietà, incompatibile con una competizione al di sopra di ogni sospetto. Non voglio nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi di una sua esclusione a campionato in corso: sarebbe un disastro per tutti. Nonostante la sua crisi profonda e quella di Cagliari e Genoa, la lotta salvezza resta ancora aperta: Spezia e Venezia non sono lontane dalle sabbie mobili, Sampdoria e Udinese hanno messo fieno in cascina, ma non possono di certo considerarsi salve.
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Tanti auguri, amici di SerieANews!
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