L’AD dell’Inter Marotta esprime tutta la sua preoccupazione per l’emendamento per abolire le agevolazioni fiscali sui calciatori stranieri.
Negli ultimi anni diverse società calcistiche italiane hanno beneficiato del Decreto Crescita. In particolare per quel che riguarda gli sgravi fiscali per l’acquisto di giocatori stranieri. Tale norma, che ha sempre suscitato diverse polemiche nell’opinione pubblica, è attualmente in discussione. Il Sen. Nannicini ha infatti depositato un emendamento per abolire tali agevolazioni.
La reazione del mondo del calcio è stata, come era facile immaginarsi, tutt’altro che positiva. A farsi portavoce dei malumori dei dirigenti del pallone italiani, l’AD dell’Inter Beppe Marotta, uno che è sempre stato molto attivo sul fronte mercato estero.
“Un emendamento specifico che penalizza solamente l’industria dello sport professionistico.” riporta l’ANSA. “Oltre che miope e controproducente. E’ un qualcosa di fortemente discriminatorio e conferma quanto il nostro settore sia considerato in modo residuale nel Paese”.
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Marotta difende le agevolazioni: “Il calcio merita considerazione”
“Soltanto l’industria calcio, rappresenta il tredicesimo comparto nazionale.” ha aggiunto Marotta. “Negli ultimi 13 anni ha versato oltre 14 mld di € in tasse e impiega circa 7700 dipendenti. L’eliminazione del regime previsto per i calciatori professionisti sarebbe poi incostituzionale: gli sportivi diventerebbero l’unica categoria di lavoratori dipendenti esclusi dal regime fiscale.”
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Marotta ha infine insistito su di un aspetto che molti sembrano non cogliere: “Non stiamo parlando solo di calciatori. Anche allenatori e giocatori di basket trovano applicazione in questo regime. Se proprio si vuole parlare di rivedere tale regime pensiamo ad una soglia salariale!”