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Milan

“Non è facile”: Milan, la rivelazione di Ibrahimovic sorprende tutti

Scritto da
Simone Cola

In una lunga intervista concessa al Guardian Ibrahimovic ha parlato di cosa lo spinge ad andare avanti anche a 40 anni e di molto altro.

Alla bella età di 40 anni – li ha compiuti lo scorso 3 ottobre – Zlatan Ibrahimovic resta non solo uno dei calciatori più iconici al mondo, ma anche la stella del Milan che con il suo ritorno si è rialzato dopo anni difficili e oggi corre addirittura per lo Scudetto. Merito di tecnica, carisma, carattere e qualità fisiche non comuni considerando la carta d’identità.

In una lunga intervista concessa al quotidiano britannico The Guardian Ibrahimovic ha spiegato il suo momento attuale e rivolto uno sguardo al futuro. Partendo da una considerazione: “Non è facile, ogni giorno mi sveglio e ho dolori ovunque. Ma so di dover lavorare per restare al top, non voglio avere rimpianti. Magari mi fermo e un giorno mi dico che se avessi voluto avrei fatto un altro paio d’anni.”

Meglio essere completamente finiti, ammette Zlatan, e quindi alzare bandiera bianca. Ma quel momento è ancora lontano: “Finché posso giocare lo farò. Lo sto facendo. Finché avrò degli obiettivi e l’adrenalina andrò avanti.”

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Ibrahimovic Leao (Getty Images)

Ibrahimovic al Guardian: “Sono me stesso e non mi pento”

È l’adrenalina la benzina che spinge Ibrahimovic ad andare avanti, la voglia di competere: “Non lo faccio certo per soldi o per essere famoso. Non ne ho bisogno. Avere più denaro non guarisce il dolore, come non lo fa avere maggiore attenzione. La cura è l’adrenalina. Non ho problemi a soffrire, per me è fare come colazione, qualcosa che le nuove generazioni non capiscono perché con tutte queste piattaforme deve soffrire di meno per avere attenzione. Per quella precedente non era così, e sono fiero di appartenere a quella.”

Interessante il passaggio sulle differenze tra i due Milan che ha vissuto, quello delle stelle e quello attuale, dei giovani di cui è leader: “Quando sono stato qui per la prima volta [dal 2010 al 2012] eravamo delle superstar. Adesso siamo ricchi di talenti, la squadra più giovane d’Europa, ma siamo al top. Quindi è un progetto diverso ed è più soddisfacente perché se hai successo con le superstar, è previsto. Questo invece non era previsto.”

Tornato in Nazionale, Ibra salterà la prima gara dei playoff dopo essere stato ammonito per una spallata rifilata ad Azpilicueta durante l’ultima partita dei gironi persa con la Spagna. Un fallo intenzionale che voleva essere una lezione: “Non si tratta di perdere i playoff, si tratta di fare capire al ragazzo che è troppo facile prendersela con chi non risponde, con i miei compagni che hanno 20 anni e sono ragazzi simpatici. Spero che abbia compreso. Ho fatto una cosa stupida, lo so. Ma la rifarei al 100%.”

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Ibrahimovic infine sottolinea le differenze tra la Serie A e la Premier League: “La qualità è sopravvalutata dal punto di vista tecnico. Ma la Premier League ha qualità diverse: il ritmo, soprattutto il ritmo. Puoi essere il miglior giocatore del mondo, ma se non riesci a gestire quel ritmo non andrai da nessuna parte. In Spagna, Francia, Italia, la tecnica è migliore. Ecco perché ci sono così tanti stranieri in Premier League. Portano la tecnica”.

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