Intervenuto in radio un azionista della Juventus ha fatto chiarezza sulla contestata pratica delle plusvalenze su cui indaga la Covisoc.
Ormai da più di una settimana Covisoc e Procura Federale indagano sulle plusvalenze che nelle ultime stagioni hanno riguardato diverse operazioni di calciomercato effettuate dalla Juventus e da altri grandi club italiani. Una pratica contestata inizialmente a settembre dalla Consob, che chiedeva chiarimenti sul club bianconero in quanto quotato in borsa, e che ha messo sotto la lente di ingrandimento 62 trasferimenti.
Di questi 42 riguardano la Juventus, che si sarebbe scambiata giocatori in gran parte semi-sconosciuti con altri club dando a questi valutazioni gonfiate per presentare i bilanci in ordine e rimandare il problema al futuro.
Proprio un tifoso e piccolo azionista del club bianconero, Salvatore Cozzolino, ha cercato di fare chiarezza sulla situazione con un intervento a Radio Punto Nuovo: “Le norme prevedono la possibilità che i club possano scambiare tra loro giocatori con valutazioni empiriche. Si tratta di un’area grigia e non definibile. Per questo tutte le inchieste che sono state fatte su questo tema si sono concluse con un nulla di fatto. Per la Juventus e per il Napoli.”
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L’azionista della Juventus: “Area grigia, ma non si può parlare di reato”
Anche il club di Aurelio De Laurentiis è coinvolto nell’indagine Consob-Covisoc, con l’acquisto di Victor Osimhen, che ha coinvolto anche uno scambio di giocatori, finito nel mirino di quella che comunque il presidente federale Gravina ha definito semplicemente “un’indagine conoscitiva”.
Nel suo intervento radiofonico Cozzolino ha specificato che non si può parlare di truffa e sottolineato che “la Juventus ha fatto ricapitalizzazioni ogni volta che è stato necessario.” Attribuire un valore preciso a un calciatore è impossibile. Ed è per questo che “fare player trading non può essere definito un illecito o un reato in mancanza di una normativa precisa.”
Si tratta comunque di “un trasferimento fondi che sfiora l’illecito. Per cui però non serve alzare un polverone ma semmai invocare regole più stringenti e definite. Insomma, l’indagine non porterebbe comunque a condanne, perché non si può parlare di reato vero e proprio “anche se bisognerebbe chiedere a un pm.”
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E di certo il polverone non può essere alzato per stelle come Arthur e Pjanic, protagonisti di uno scambio sospetto tra Barcellona e Juventus. Mentre diverso è il discorso di “pinco pallini qualsiasi che non hanno alcun pedigree”. Ed è qui che forse una norma arriverà.