La restaurazione di Bonucci: il messaggio alla squadra con frecciata a Cr7

Bonucci nell’intervista ad Amazon Prime Video ha chiesto alla squadra di ritrovare lo spirito che aveva prima dell’epoca di Cristiano Ronaldo.

La Juventus domani affronta lo Zenit San Pietroburgo in trasferta alla ricerca della sesta vittoria consecutiva tra campionato e Champions League.

Leonardo Bonucci ha rilasciato un’intervista ad Amazon Prime Video alla vigilia della partita e ha fatto il punto della situazione sulla Juventus.

“Abbiamo vinto due trofei lo scorso anno, lo scudetto non è arrivato più per demeriti nostri che per meriti di chi poi è riuscito a vincerlo”, così Bonucci ha tirato una stoccata all’Inter di Conte, protagonista anche di un retroscena di mercato.

“Potevo andare allo Zenit dieci anni fa. Conte mi disse che ero l’ultimo nella gerarchia dei difensori e che potevo trovarmi un’altra sistemazione. Con lo Zenit intavolammo una trattativa, ma diedi retta al mio orgoglio e scelsi di restare”, Bonucci ha raccontato l’intreccio con gli avversari di domani sera.

Leonardo Bonucci osserva la partita
Leonardo Bonucci (Getty Images)

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Bonucci: “Servono il gusto della fatica e lo spirito della Juve pre Ronaldo”

Leonardo Bonucci ha tracciato la strada per la Juventus che è già in ripresa, come dimostrano le cinque vittorie consecutive tra campionato e Champions League. Con Allegri questo gruppo deve ritrovare il gusto della fatica. Ronaldo ha fatto una scelta che abbiamo rispettato, l’anno scorso la Juventus giocava per lui. Dobbiamo ritrovare ora lo spirito del club pre Ronaldo”, ha spiegato Bonucci.

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Tra Bonucci e Allegri ci sono tanti ricordi, in primis le finali di Champions perse che lasciano ancora qualche rammarico: “Rigiocherei quella di Cardiff, dopo il primo tempo abbiamo avuto un calo di tensione mentre a Berlino il Barcellona era una squadra di marziani”. Poi la speranza per il futuro: “Vorrei poter avere l’occasione di giocare una terza finale in questi ultimi anni di carriera”.

Bonucci ha parlato anche del retroscena del famoso sgabello di Porto: “Fu colpa mia, non volevo stare tra le poltroncine, così mi misi in piedi e poi su uno sgabello della lounge. Sono contento che si sia verificato quell’episodio perché non ha fatto altro che rendere più forte il mio rapporto con Allegri”.

 

 

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