Brahim Diaz si racconta in una lunga intervista a AS: dal suo grande momento col Milan alla sfida con l’Atletico
Il talento di Brahim Diaz è sbocciato definitivamente. Al di là dei numeri, che sono eccellenti (quattro gol e un assist in sette gare), lo spagnolo ha ereditato la leggendaria 10 del Milan con enorme personalità, diventando un uomo chiave per l’attacco di Pioli. Dai suoi piedi passeranno le giocate che, domani, dovranno mettere in crisi l’Atletico Madrid e il malagueno, questa mattina, ha parlato ai microfoni del quotidiano spagnolo ‘AS’ della sfida di Champions e del suo grande momento
Sei diventato un leader del Milan.
“Mi piace avere leadership ed essere protagonista, sì, sento che la mia personalità sia cresciuta. Sono più inserito rispetto a un anno fa, conosco meglio i compagni e lavorare, così, è più facile”.
Anche i tifosi se ne sono accorti. E ti hanno dedicato il coro che fu di Kakà…
“Per me è bellissimo. Lui è una leggenda, un calciatore che qualsiasi giovane ammira, è stato straordinario. Per me è un onore, ma ai tifosi sono grato anche per il modo in cui mi trattano, per l’affetto sin dal primo giorno. Cerco di restituirlo facendo bene in campo”.
La Serie A è molto equilibrata. Puntate allo scudetto?
“Sì, sarà una lotta equilibrata e con tante squadre coinvolte. Stiamo bene, ragioniamo di partita in partita, ma posso dire che abbiamo un gruppo con talento, sacrificio, un ambiente che mescola perfettamente gioventù ed esperienza. Lotteremo fino all’ultima giornata.
In sette gare hai già firmato un assist e quattro gol…
“Quest’anno arrivo di più in porta, è vero, ed ho voglia di aiutare la squadra giocando vicino l’area avversaria. I gol ci sono, ma mi interessa molto di più che ci siano i risultati”.
Qual è il tuo gol preferito tra quelli segnati coi rossoneri?
“Beh, dopo sette anni senza giocare la Champions, segnare un 1-2 ad Anfield non potrò mai dimenticarlo, ma anche quello che realizzai contro la Juventus un anno fa mi piacque molto”.
Pioli ti sta utilizzando come sottopunta. È la tua posizione ideale?
“Mi adatto a tutti i ruoli, ma è vero che dietro la prima punta mi trovo molto bene. Mi piace gestire gli spazi tra le linee e ricevere tanti palloni, come succede in quella zona di campo”.
Il tecnico ha un’enorme fiducia in te e ha voluto che indossassi la leggendaria 10 rossonera.
“Tutti conoscono la quantità di talenti che l’hanno indossata e per me è un privilegio. Spero di esserne all’altezza, ci sto provando con tutte le mie forze”
Maldini sembra nutrire un affetto speciale nei tuoi confronti.
“Abbiamo un bellissimo rapporto, ha grande fiducia in me, apprezza il mio talento e sono molto grato sia a lui che a Massara, a Gazidis, al mister: tutti hanno voluto che fossi qui. Paolo come calciatore è stato una leggenda e sta dimostrando il suo valore anche come dirigente”.
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Theo, a marzo, dichiarò che sperava di vederti ancora con lui in rossonero.
“Con me è stato fantastico dentro e fuori dal campo. Mi ha aiutato tanto: tutti hanno visto il gran calciatore che è, ma vi assicuro che è ancora meglio come persona”.
Ci raccontò anche che con lui e Samu Castillejo formate un trio inseparabile… E molto burlone.
“Beh, io sono il più tranquillo dei tre (ride, ndr) ma ci divertiamo un sacco insieme. Avere compagni come loro ti rende la vita più semplice. E sì, la faccenda degli scherzi è vera: nel bus disturbiamo sempre quelli che si siedono davanti…”
Ibrahimovic ti ha definito il suo “mini me”.
“È come un fratello maggiore. Esige sempre il massimo, ma poi ti dà grandi consigli. Ha un grande affetto per me e questo mi ha dato fiducia. Lui fa la differenza sempre, giochi o meno: averlo in squadra è un plus. È ancora fortissimo e lo dimostra in ogni allenamento”.
Parliamo di Champions. A Liverpool la gara è stata durissima, ma quei cinque minuti prima dell’intervallo vi hanno fatto sognare.
“I Reds sono fortissimi e la partita è stata difficile. Abbiamo fatto fatica all’inizio, ma dopo abbiamo mostrato il nostro talento. Segnare due reti ad Anfield non è facile: continueremo a lottare nel girone”.
E ora la Coppa torna, dopo sette anni, al San Siro rossonero.
“La Champions è la casa del Milan, lo sa tutto il mondo, e sarà una notte speciale. L’Atletico è un rivale duro, sarà una gara difficile per entrambe le squadre. Abbiamo le nostre armi, e in più giochiamo in casa”.
Qual è il maggior pericolo che ti attendi affrontando i colchoneros?
“Il fatto che siano una squadra non solo ricca di talento, ma anche che lavora benissimo e molto disposta al sacrificio”.
C’è un rojiblanco che apprezzi particolarmente?
“Hanno giocatori fortissimi e non ne scelgo uno perché sarebbe ingiusto. Poi preferisco concentrarmi sul Milan: anche i nostri sono straordinari e siamo più uniti che mai”.
Ancelotti ti ha definito un calciatore “molto importante” per il Real.
“Carletto è un grandissimo allenatore e una persona speciale, per quello che ho potuto conoscerlo. Gli sono molto grato, ma ora sono concentrato sul Milan”.
Perché hai deciso di tornare a Milano?
“Perché il Milan è una grande squadra e ho sentito subito l’affetto del club e dei suoi tifosi. Ci sono stato benissimo l’anno scorso e anche ora sono felicissimo qui”.
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Immagini di tornare al Bernabeu tra due anni?
“Non ci penso, davvero. Mi godo il presente e sono felice, voglio continuare ad aiutare il Milan con gol, assist e soprattutto tanto lavoro”.
Lavoro che potrebbe aprirti le porte della Nazionale.
“Magari. La mia unica presenza con la Nazionale maggiore, contro la Lituania, fu speciale: tanti compagni debuttarono con me e io riuscii addirittura a segnare un gol. Fu una sensazione incredibile e continuerò a dare tutto in campo, in attesa di un’altra chiamata del mister. Se farò bene, prima o poi arriverà”.
Qual è il grande sogno per il futuro della tua carriera?
“Tutti ne hanno uno e anche io ho il mio. Per scaramanzia, però, non voglio svelarlo”,
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