L’immagine iconica che quella di José Mourinho che a fine partita, davanti ai tifosi e soprattutto alle telecamere, chiama a cerchio la squadra, dopo la sconfitta più bruciante, quella nel derby. La Lazio festeggia con Sarri e Reina che scherzano con l’aquila Olimpia, con Lucas Leiva fa post irriverenti, mentre galoppa la sensazione di aver superato il primo grande bivio stagionale. Per la Roma è la seconda sconfitta in sei partita: le altre quattro vittorie stanno a testimoniare la forza di una squadra che, però, già in precedenza ha palesato limiti ed anche un buon margine di credito verso la buona sorte. Dall’espulsione di Pellegrini, fino allo show in conferenza stampa, José Mourinho è tornato ad essere lo Special One delle polemiche. Strali contro arbitri, stampa e chiunque gli capitasse a tiro: tutto secondo copione. Sicuramente, una strada facile per il portoghese per spostare
l’attenzione su quelli che sono dei problemi piuttosto concreti in casa giallorossa.
Attenzione e costruzione: le spine di José
Ciò che il derby ha palesato con grande evidenza, sono due grandi limiti attuali della Roma di Mourinho. Il primo è legato all’attenzione in fase di non possesso: il recupero palla è poco grintoso, soprattutto il deficit di attenzione sugli inserimenti avversari (vedi il gol di Milinkovic Savic) rappresenta una lacuna da colmare immediatamente. Difficile dire se un innesto di valore nel pacchetto arretrato a gennaio possa cancellare queste difficoltà. Così come, anche la costruzione della Roma non può perdere su iniziative individuali. Zaniolo, anche giustamente criticato per qualche scelta sbagliata, è stato l’unico che ha mostrato una verve in grado di mettere in difficoltà la difesa della Lazio. C’è tanta qualità dal centrocampo all’attacco della Roma, inutile dire che deve essere sfruttato diversamente da parte di Mourinho.
Si parte da qui per una considerazione che può apparire banale ma che dovrebbe essere il presupposto della Roma che vuoi rilanciare le sue ambizioni. In una piazza che già ribolle di polemiche senza particolari spinte, Mourinho spinga più sul tasto degli allenamenti e meno su quello delle scintille. La reazione di Zaniolo nel post partita manifesta l’evidente stato di incandescenza che si vive nella Roma. Le polemiche non portano punti e, forse sì, qualche rigore piuttosto generoso, ma che non compensa le mancanze del gioco.