“Così non va bene”: l’ennesima battaglia di Lukaku contro il razzismo
Dopo gli ultimi episodi di insulti razzisti che hanno coinvolto Mike Maignan, Romelu Lukaku si schiera di nuovo contro episodi simili.
L’ultimo episodio di razzismo di cui tutti gli appassionati di calcio hanno sentito (purtroppo) parlare, è avvenuto in Serie A: il ‘bersaglio’, stavolta, è stato il nuovo portiere del Milan, Mike Maignan. Situazioni simili si vivono ormai da molto, troppo tempo. Le società si sono sempre dissociate da questo tipo di comportamento tenuto da tifosi che, con il tifo sano e bello che lo sport dovrebbe comportare, hanno però poco a che fare.
Molti giocatori, anche e soprattutto quelli più in vista, hanno parlato in prima persona per cercare di sensibilizzare su questo tema. Ma è servito a poco, o comunque ciò non ha fatto sì che dagli spalti non arrivassero più insulti razzisti. Così ancora oggi, nel 2021, si combatte una battaglia sociale che trascende i confini del calcio stesso. A questo proposito, Romelu Lukaku è tornato nuovamente a parlare della battaglia da condurre.
Lukaku e la battaglia contro il razzismo, presente nel mondo del calcio e non solo
Il Chelsea ha organizzato, per sensibilizzare sul tema, l’evento ‘No To hate‘ e proprio in questa occasione Romelu Lukaku ha parlato alla ‘Cnn’ del grave problema presente ancora oggi nel mondo del calcio e nella società intera. Queste sono state le sue parole: “Inginocchiarsi prima delle partite? Non basta, bisogna agire. Bisogna prendere posizione“.
“Nonostante le varie iniziative come l’inginocchiamento – ha continuato il centravanti dei Blues – veniamo comunque insultati per il colore della pelle. A mio avviso tutti i capitani delle squadre ed altri giocatori importanti dovrebbero incontrare il Ceo di Instagram, ma anche rappresentati del Governo e della Federcalcio. Sarebbe importante sedersi tutti allo stesso tavolo e decidere come comportarsi. Reputo fondamentale mettere in chiaro che certi comportamenti non possano più essere tollerati. È tempo di agire“.