Il gol di Shaw alla finale dell’Europeo, quello di Cambiaso in Genoa-Napoli, la rete di Ayoze Perez a Leicester, sono gol simili con Di Lorenzo beffato alle spalle ma sarebbe ingiusto dare tutte le colpe al terzino campione d’Europa.
I due gol subiti dal Napoli hanno lo stesso punto di partenza: si perde palla nella propria metà campo e parte la transizione negativa della squadra avversaria. Il Leicester soprattutto ha nelle ripartenze il principale punto di forza.
Nell’analisi del gol subito, quindi, si deve partire dall’origine: la palla persa da Politano nel contrasto con Pandev a Genova, il lancio ambizioso di Koulibaly a Leicester. Lo dimostra che anche Spalletti, quando parla degli aspetti da migliorare, cita la costruzione del gioco.
Il Napoli finora ha subito quattro gol tra campionato ed Europa League, tutti nati da palle perse nella propria metà campo. A Leicester poi i conti sono stati spietati: gli azzurri ne hanno perse solo sei in tutta la partita, due sono costati i gol.
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Il Napoli difende con una linea a quattro, a Dimaro soprattutto con l’arrivo anche di Calzona si è lavorato tantissimo sull’armonia nei movimenti, sullo scivolamento laterale, oltre che sulla difesa a zona nei calci piazzati.
I gol di Shaw, Cambiaso e Ayoze Perez hanno in comune un problema: Di Lorenzo è lasciato solo in balia di una scelta. Lui fa il movimento tatticamente giusto, stringe in diagonale verso il centro dell’area, la zona potenzialmente più pericolosa perchè in teoria ci sarebbe un compagno che rincula e copre l’uomo sulle spalle.
Non accade con Barella o Chiesa in Nazionale, Fabian Ruiz o Politano a Genova, Zielinski o Insigne a Leicester.
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Cosa poteva fare in più Di Lorenzo? Dovrebbe lavorare forse per queste situazioni d’emergenza a partire dalla postura cercando di mettersi nelle condizioni d’intervenire anche se la traiettoria lo scavalca. Poteva farlo soprattutto a Genova, con il campo meno aperto rispetto per esempio a Leicester in cui la transizione è stata velocissima e fatale.
Ha visto Koulibaly in ritardo su Daka, bravissimo ad accelerare ed attirare l’intera difesa su di lui, e ha preferito stringere al centro. Sono scelte fatte in poche frazioni di secondo in cui Di Lorenzo sta comunque coprendo un vuoto del mancato supporto dei compagni che non hanno rinculato con la convinzione e l’intensità necessaria.
Citando una straordinaria scena de il film “Il Divo”, è colpa di Di Lorenzo? La situazione era un po’ più complessa, come insegna il dialogo tra Andreotti e Scalfari.
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