Juventus-Milan può essere già decisiva per il futuro prossimo di Allegri e dei suoi bianconeri: il tecnico livornese incrocia le dita
La prima vittoria stagionale, alla fine, è arrivata. Certo, contro il Malmoe e con ancora qualche incertezza da registrare, ma un 3-0 in Champions League è pur sempre un risultato da accogliere con serenità. La stessa che è sembrata mancare alla Juventus e soprattutto a Massimiliano Allegri in questo avvio di stagione.
Eppure, l’hype non mancava, ma della sua masterclass a ‘Sky Calcio Club’ (lo scorso aprile), non è che rimasta un’ombra e una scia di belle parole. Soprattutto dopo i risultati e le prestazioni mediocri di questo avvio di campionato. E la Juventus, dalla sua, ha scoperto che non bastava solo il ritorno del livornese per rimettere in sesto una squadra ancora alla ricerca di un autore.
Il pareggio di Udine, le sconfitte con Empoli e Napoli. Senza dimenticare la fuga di Cristiano Ronaldo. Insomma, Allegri e la Juventus si sono ritrovati due anni dopo, in uno scenario e in una Serie A decisamente diversa rispetto a quella che si erano messi alle spalle nel 2019. Non solo per la qualità media delle altre contender, ma anche per quella della stessa Juventus. E adesso, la gara contro il Milan rischia di essere già decisiva per il futuro prossimo di entrambi.
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Per carità, nessun esonero o che altro, ma Juventus-Milan può essere il primo grande crocevia dell’Allegri-bis. Soprattutto, può rispondere alla domanda che assilla la piazza bianconera: questo avvio di campionato è soltanto una fase o il ritorno del toscano è stato sopravvalutato?
Certo, le assenze contro il Napoli hanno giocato un ruolo fondamentale. Così come non può essere ignorato il periodo di adattamento che va assicurato ai nuovi acquisti (o meglio, ai giocatori rientrati dal prestito). La new-entry Locatelli appare ancora lontano dal calciatore che ha folgorato tutti con il Sassuolo e con la Nazionale. E i diversi totem di questa rosa sono ancora sulla via per ritrovare la migliore condizione.
Tutte attenuanti, che però non devono far passare inosservato un dato di fatto: l’organico di Allegri è un organico pieno zeppo di falle. Per quantità e qualità dei ricambi. Ed il mercato non ha certo migliorato la situazione. Basti pensare che le partenze di Demiral e Ronaldo sono state colmate con i ritorni di Rugani e Kean. E con i rientri di De Sciglio e Pellegrini si è dovuta fare di necessità virtù.
Anche un bambino di otto anni capirebbe subito che questa Juventus non è certo la corazzata che Allegri lasciò nel 2019.
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È questa la grande domanda alla quale Juventus-Milan può già rispondere. Il rischio che si sia sopravvalutato il ritorno di un grande gestore come Allegri è concreto, soprattutto alla luce di una rosa mai apparsa così incompleta e priva di fuoriclasse assoluti. E le prime tre gare di questa Serie A hanno confermato i problemi emersi nella gestione Pirlo. Su tutti la preoccupante tendenza a staccare di colpo la spina e non saperla più riattaccare.
Un paradosso per Allegri, che aveva costruito i suoi successi in bianconero proprio sulla capacità di gestire i momenti della partita e di fermarsi al corto muso. E invece, adesso, non può che incrociare le dita e sperare in una reazione dei contro il Milan, forse l’avversario peggiore nel momento peggiore. Nonché il banco di prova per capire i reali margini di questa Juventus. Per capire davvero se era tutta colpa di Pirlo oppure il ritorno di Allegri è stata l’ennesima scelta avventata di Agnelli. Ronaldo docet.
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