Dazn è solo l’inizio, la serie A prepara un’altra svolta

La serie A ha costruito una svolta per la fruizione televisiva del campionato, gli spettatori si stanno abituando al calcio in streaming e a Dazn.

I disagi non sono mancati, anche nell’ultimo weekend ci sono state lamentele da parte degli spettatori per i problemi tecnici durante la visione delle partite.

La rivoluzione intanto va avanti, con Dazn che prova a stare al passo della sfida epocale che la vede protagonista, nonostante in queste prime giornate di campionato abbia dovuto fare dei comunicati per spiegare i propri disservizi.

La Lega Serie A guarda già al prossimo triennio, nel 2024 punta a vendere direttamente le partite. L’ha spiegato l’Ad De Siervo: “Fra tre anni la Lega avrà la facoltà di vendere a tutte le piattaforme che lo chiederanno le immagini delle gare. Quattro milioni e mezzo di italiani si stanno abituando al calcio in streaming. La nostra stella polare è Disney che prima ha confezionato prodotti distribuiti da altri, poi ha capito che era conveniente farsi la propria app e vendere direttamente il prodotto”

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Dal Pino Coppa Italia (Lega Serie A)

La svolta della serie A nasce a Lissone

La svolta tecnologica della serie A che nel 2024 punta a vendersi le partite si sta realizzando a Lissone nella struttura dell’Et Towers, la società nata da una costola dell’Elettronica Industriale ceduta da Galliani a Berlusconi alla fine degli anni Settanta.

Da una parte ci sono gli arbitri nella sala Var, dall’altra tecnici e addetti alla produzione che si dedicano alle grafiche e alle pubblicità virtuali degli sponsor collettivi e delle singole società, come racconta l’edizione odierna del Corriere della Sera.

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In questo centro si confeziona e distribuisce il prodotto delle immagini e degli highlights, producendo anche diversi format di sintesi in italiano, inglese, arabo. La Lega Serie A sta lavorando per uniformare il più possibile tutti i contenuti.

Un investimento di 12 milioni di euro con lo sguardo verso il futuro, al campionato 2024-25. L’ha spiegato anche l’ad De Siervo: “Non è più una chimera diventare una media company, il processo di trasformazione è già in corso. Ci manca l’ultimo passo: la distribuzione delle immagini ai broadcaster”

 

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