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Ribery e la demagogia che non salverà la Salernitana

La Salernitana sempre più vicina al Ribery: 38 anni, qualità immense ed una certezza. Quella della demagogia del suo ingaggio

La Salernitana vuole salvarsi, in una situazione dove la Procura Federale ha avviato l’indagine sull’ingaggio di Gondo, senza nessuna certezza sul futuro (entro il 31 dicembre ci dovrà essere la cessione del club), con una rosa che ha innestato sul mercato pochissima esperienza di Serie A (Gagliolo, tanto per intenderci). Poi, è arrivato Simy: ottimo acquisto, senza dubbio: vedremo se dopo la sosta si integrerà nel tessuto granata, dopo le prime uscite non particolarmente brillanti. Lunedì, se l’iter tracciato sarà rispettato, sarà il turno di Franck Ribery. 38 anni, svincolato, il colpo che sta facendo sognare una città. Una grande carriera, uno dei calciatori più tecnici degli ultimi due decenni di calcio, un carattere da leader ed una quantità di trofei vinti che fa impallidire il 95% dei professionisti. Tanto, tantissimo per Salerno: piazza alla sua seconda apparizione nel massimo campionato.

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Ribery (Getty Images)

Ribery, tra l’orgoglio e la demagogia

Il ds granata Fabiani, l’uomo che rappresenta la continuità con la gestione Lotito-Mezzaroma, sta gonfiando il petto all’idea di portare Ribery all’Arechi. Una scelta che sta facendo prendere alla Salernitana tanto spazio sui giornali e sul web, che sta facendo passare in secondo piano il caso-Gondo, che sta mettendo i riflettori su una piazza che, per passione, merita questo proscenio.

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Resta da chiedersi se affidare la Salernitana ad un 38enne sia la scelta giusta: la Fiorentina, negli anni di Ribery, ha vissuto giocate esaltanti, momenti entusiasmanti e mesi da tregenda, da dramma sportivo. Ribery deve riprendere la preparazione, deve sperare che vada bene, dovrebbe integrarsi nel 3-5-2 di Castori. Oppure, potrebbe costringere il tecnico marchigiano a cambiare modulo, a variare sul tema, a cambiare degli equilibri che sta faticosamente costruendo.

Sembra piuttosto evidente che nella scelta di mettere la Salernitana nelle mani di un 38enne ci sia tanta demagogia: ed anche un exit strategy piuttosto chiara. Abbiamo preso anche Ribery, che colpa ne abbiamo se siamo retrocessi? Il calcio italiano, anche in provincia, continua a brillare sempre meno per programmazione e sempre più per vuoti manifesti. La lezione di Mancini e degli Europei tanto sbandierata appare, francamente, già abbondantemente cestinata da gran parte della Serie A.

 

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Scritto da
Marco Giordano

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