Pjanic arriva solo se il Barcellona lo svende, Kean sostituto di Ronaldo che lascia la Juve con una minusvalenza: sono tempi di crisi
“Juventus Football Club S.p.A. comunica di aver raggiunto l’accordo con la società Manchester United FC Ltd per la cessione a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Dos Santos Aveiro Cristiano Ronaldo […]. Tale operazione genera un impatto economico negativo sull’esercizio 2020/2021 pari a € 14,0 milioni, per effetto dell’adeguamento del valore netto contabile del diritto alle prestazioni sportive del calciatore”. Questa una parte del comunicato che certifica come Ronaldo abbia lasciato la Juve senza neppure la chance di far registrare un pareggio di bilancio per la gestione del suo cartellino. Sono tempi di crisi, pesante, gli stessi che certificano come la gestione Andrea Agnelli sia stata bocciata dal punto di vista finanziario, vista la necessità di un vero e proprio commissariamento da Exor. La cassaforte di famiglia ha dovuto anticipare anche una quarantina di milioni della ricapitalizzazione per aiutare una società piena di dirigenti, ma che appare povera di idee.
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Juve, la spending review ed il timore del collasso europeo
Kean per Ronaldo (anche Rugani per Demiral), l’aggiunta di Locatelli, il rientro di De Sciglio. Da aggiungere che Locatelli costerà zero per le prime due stagioni. Con la seconda ricapitalizzazione in pochi mesi, è quasi un miracolo aver avuto, comunque, la possibilità di prendere un centrocampista così, di non vendere altri pezzi pregiati ed avere un organico forte. Una rosa importante, sicuramente per l’Italia: lo è, però, per l’Europa? Difficile immaginarlo.
Il rischio di dover ricostruire dal post-Ronaldo è concreto. Perché questa Juve non può accontentarsi di vincere un tricolore, non più se vuol sostenere certi costi, se vuol esser un benchmark, come da ambizione agnelliana.
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I piani, però, si scontrano con la realtà: Pjanic arriva solo se il Barcellona gli mette un fiocchetto e lo regala, accostarsi a qualche grande punta è una mera fantasia. Insomma, è una Juve ridimensionata da Ronaldo e da se stessa.
I desideri di grandezza della sua dirigenza l’hanno penalizzata, l’idea di crescita è stata così sbagliata da ridimensionarla. I tempi sono di crisi (solo così si giustificano le due ricapitalizzazioni), i tifosi devono sperare in un piano di rinascita che potrebbe non esser così rapido.