È il calciomercato degli addii: ora la Serie A si vendichi

Ronaldo, Lukaku, Hakimi e non solo: la Serie A ha perso tanti diamanti, ma tornare a splendere non è una missione impossibile

«Signore e signori, tutti giù dalla giostra». Il calciomercato è finito e la Serie A non è più quella dello scorso anno. Nel corso dell’estate, il nostro campionato è stato colpito da una girandola di addii illustri, che ha preso il via con il disfacimento dell’Inter campione d’Italia. Hakimi è stato il primo a cambiare aria e inaugurare un Paris Saint-Germain, quasi venuto fuori da un videogioco.

E sullo stesso percorso, poi, si sono incamminati anche DonnarummaDe Paul (quest’ultimo all’Atletico Madrid) e dai colossi Lukaku e Cristiano Ronaldo (rispettivamente al Chelsea e al Manchester United). E non solo: Romero, Gollini, Tomiyasu,  e tanti altri.

Questi sono soltanto alcuni dei nomi che arricchivano il nostro campionato e che hanno detto addio al nostro calcio, approdando tutti (o quasi) in Premier League. L’unico campionato al mondo capace di vivere il calciomercato, come se la pandemia non fosse mai esistita.

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Lukaku e Jorginho
Lukaku (Getty Images)

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Serie A, tra addi e nuove speranze. L’Europeo può insegnarci qualcosa

Per il resto, il mercato italiano è stato caratterizzato dai tanti se e dai tanti ma. Soprattutto, dai tanti «Vorrei, ma non posso». Il riciclo è stato il mantra che ha accompagnato anche le operazioni delle nostre big, vogliose più di far quadrare i bilanci che di migliorare i propri organici. Eppure, nonostante tutto, qualche buona occasione può comunque di venir fuori. E la Lazio e l’Inter rischiano di esserne gli esempi più fulgidi, con operazioni low-cost e funzionali al gioco dei rispettivi allenatori.

Allenatori che sono stati i veri protagonisti di quest’estate: il ritorno di Mourinho, Allegri, Sarri, Spalletti, le conferme di Pioli Gasperini, e il nuovo ruolo di Simone Inzaghi. Insomma, sette allenatori per sette sorelle, per una delle griglie di partenza più affascinanti della nostra storia recente. E che può rendere questa stagione apertissima e imprevedibile, nonostante il potenziale livellamento al ribasso.

E poi, non bisogna dimenticare che la Serie A resta il campionato dei campioni d’Europa. E che tanti protagonisti dell’Europeo sono rimasti laddove Mancini li aveva pescati. Chiesa, Barella, Insigne, Immobile, Locatelli e chi più ne ha, più ne metta. Il nostro campionato ha perso soltanto Donnarumma, ma si prepara a scovare e a ritrovare qualche volto nuovo. Magari, qualcuno tra quelli già convocati da Mancini per questa sosta per le Nazionali. Ed è facile voltare il proprio sguardo verso i profili di Zaniolo, Kean Scamacca.

Abraham Salernitana Roma
Abraham (Getty Images)

Alla fine dei giochi, il nostro campionato non può dirsi certo in disarmo. Nonostante gli indizi possano dire altro. Qualche colpo da prima pagina lo abbiamo messo a segno anche noi. E chissà che in Serie A i giovani talenti di Abraham e Koopmeiners (per citare i più eclatanti) possano far dimenticare chi ha detto addio.

Poi è chiaro: in Europa, rischierà di essere un’altra storia per le nostre squadre. Soprattutto nel confronto con le inglesi o con il buggato Paris Saint-Germain. Le italiane, però, sono chiamate a credere di poter far bene, senza mettere in calcolo bilanci o monte ingaggi. A credere di poter fare bene in Europa, facendo leva sul gioco e sul coraggio delle idee.

Dopotutto, lo abbiamo già visto lo scorso 11 luglio a Wembley. No?

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