Secondo il Corriere dello Sport, Ronaldo alla Juve è costato 305 milioni. Con la Exor che ha dovuto salvare il club per la seconda volta
Ivan Zazzaroni, direttore del ‘Corriere dello Sport’, nel suo fondo di oggi dedicato a CR7, spiega come, dal uso punto di vista, ci abbiano perso tutti, in una vicenda che mostra un “corto circuito continuo di debolezze”. Zazzaroni traccia una strada importante, spiegando come ci sia stato il matrimonio tra due aziende, una collettiva, la Juve, l’altra individuale, Ronaldo. Uno scambio di fedi che è costato 305 milioni (tra cartellino, ingaggio, varie ed eventuali), secondo gli studi del quotidiano: praticamente 3 milioni e spiccioli a rete, visti i 101 gol messi a segno dal portoghese in tutte le competizioni con la maglia bianconera. Sempre nel fondo, ma anche su ‘Gazzetta’, (in una pagina molto bella ed approfondita a cura del collega Marco Iaria), si spiega che soprattutto pandemia, ma anche altri aspetti (ad esempio, un cammino fallimentare in Champions), l’investimento Ronaldo si è tradotto in una maggiore riconoscibilità del marchio Juve ma è coincisa anche con la necessità di due ricapitalizzazioni.
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Due scudetti, due supercoppe ed una Coppa Italia. Lo score italiano di Ronaldo, però, si è arricchito di vari titoli personali, tra cui quello tanto amato di capocannoniere. Ed in Champions? Brutta storia, tra eliminazioni brucianti e polemiche prima con Allegri, poi con tutta la società. Nel frattempo, il bonifico arrivava puntuale, i 31 milioni di euro a stagioni sono stati erogati negli ultimi tre anni (con qualche dilazione): ed il bilancio ne ha risentito. Oggi, per la sostituzione di CR7, salvo clamorosi last minute e Gabriel Jesus, si parla di calciatori di seconda fascia: così, nessuno si sogna di dare la Juve tra le favorite per la prossima Champions. Da qui, l’assunto: Ronaldo ha accresciuto il valore della Juve in Europa? No. La Juve ha accresciuto i record ed i guadagni di Ronaldo? Si.
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Può non piacere il termine fregatura, ma alcuni grandi vecchi del mondo bianconero avevano messo sul ‘chi va la’ Andrea Agnelli: all’epoca il presidente si sentiva rampante, voleva scalare le gerarchie del calcio europeo. Ora, si ritrova con una Juve meno competitiva, che ha palesato ad Udine la necessità di ricostruire il suo storico dna. Potrà anche non piacere, ma la sensazione che Ronaldo sia stato una fregatura per la Juve anche dal punto di vista del gioco c’è tutta.
Ora, per la Juve, c’è da ricostruire: con un’attenzione completamente diversa ai conti, ritrovando se stessa.
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