Enrique Lombardi, presidente dell’Estudiantes ai tempi di Joaquín Correa, ha rilasciato un’intervista sul nuovo attaccante dell’Inter e sulle sue caratteristiche.
Era il suo sogno, e l’ha realizzato. Joaquín Correa è un nuovo calciatore dell’Inter, club che aveva già sfiorato nel 2012 quando, essendo ancora uno dei pezzi pregiati di un’Estudiantes da incorniciare e che poteva permettersi di non cedere le proprie stelle, realizzò un provino coi nerazzurri a Milano. Il destino volle che tre anni dopo si potesse concretizzare il desiderio di approdare in Italia, ma la destinazione fu la Sampdoria. El Tucu ha sempre conservato il sogno di difendere la maglia dell’Inter e la sua tenacia nonché le ottime stagioni alla Lazio, l’hanno reso possibile. Simone Inzaghi, complice dell’affare, l’ha portato a Milano e Correa farà coppia con il connazionale e amico, Lautaro Martínez. A serieanews.com in esclusiva è intervenuto Enrique Lombardi, ex presidente dell’Estudiantes del Tucu, raccontando qualche dettaglio in più sul passato del giocatore e su cosa ci sarà da aspettarsi ora che è nerazzurro.
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Finalmente l’ha fatto: Joaquín Correa è andato all’Inter, ma la sua storia professionale è cominciata all’Estudiantes, ed è stata di successo…
“El Tucu fin da quando era più piccolo, durante le giovanili, si mostrava di grande talento. Inoltre, essendo molto disciplinato negli allenamenti e avendo una vera e propria vocazione per l’apprendimento a livello tattico ma anche tecnica come il gol, il colpo di testa…, è diventato il calciatore che è oggi. Già quando fu trasferito in Italia, era un calciatore formato con grande proiezione, e il tempo l’ha dimostrato. È un calciatore della Nazionale e ora anche dell’Inter, una grande d’Italia. Gli auguro il meglio, sicuramente l’otterrà con il suo talento, con la disciplina e l’impegno che ci mette. Sono molto contento perché si è formato nel nostro club, quindi per noi è un orgoglio che rappresenti il calcio della nostra cantera, in Italia“.
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Già nel 2012 Correa sostenne un provino con l’Inter, salvo poi restare per tre stagioni ancora all’Estudiantes e solo successivamente dare il salto, arrivando alla Sampdoria. Cos’accadde precisamente?
“Ci arrivò un interesse per Joaquín nel 2012 però volevamo trattenerlo ancora un po’, goderne ancora, perciò rimase e credo che gli fece bene. Gli permise di crescere nel campionato argentino e andare più formato fisicamente, tatticamente e tecnicamente altrove. Avevamo come tecnico Mauricio Pellegrino, che è anche un formatore nelle giovanili e lo aiutò molto a crescere. Non ci sbagliammo a trattenerlo, decidemmo di rinforzare la squadra con molti dei nostri ragazzi della Primavera e tanti poi sono andati in Europa: Rulli, Silva, Carrillo, Correa. Facemmo la cosa giusta. Oltre l’Inter, c’erano opzioni anche in Portogallo, ma con la gestione direttiva successiva (quella di Sebastián Verón, ndr), fu venduto alla Samp. All’Inter piaceva, ma facemmo prevalere la parte sportiva e non economica, anche se l’affare sarebbe stato buono economicamente. Facemmo la cosa giusta perché così ha potuto prepararsi per andare in un campionato competitivo quale quello italiano”.
Cosa deve attendersi l’Inter da Correa e dalla coppia offensiva che formerà con Lautaro?
“Non ho dubbi che il suo rendimento sarà connesso a quello di Lautaro, formeranno una buona coppia, si conoscono dalla Nazionale. Correa è molto tecnico e talentoso. Vedranno altro rispetto a Lukaku, è un altro tipo di attaccante. É più cerebrale, tecnico. Ha una carriera molto importante da qui in avanti con l’Inter, poi è giovane. Credo che si adatterà facilmente e potranno godere di un grande talento. Può giocare in diversi settori del campo e con varie funzioni, e il tecnico saprà scegliere la miglior versione di lui da proporre alla gente”.
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