Salvate il prigioniero Ronaldo, da Allegri e dal suo contratto

Ronaldo lasciato in panchina da Allegri, le voci sul suo futuro si moltiplicano, così come le indiscrezioni su quanto successo ad Udine

Cristiano Ronaldo guarda la partita
Cristiano Ronaldo (Getty Images)

Ci si è messo di mezzo il Var: altrimenti, era tutto a posto. Dimenticato, cancellato, depennato. Invece no. Quel colpo di testa all’ultimo minuto sembrava scacciar via i fantasmi di una settimana che, per Ronaldo e la Juventus, invece, sarà lunghissima. Perché si sono affrettati i colleghi di tante testate a definire malessere di mercato quello avvertito da CR7 prima della partita, a nulla sono serviti gli interventi da 115, ovvero da Vigili del Fuoco, di Nedved prima ed Allegri, poi: il tutto concordato, la gestione delle risorse sono apparse descrizioni parziali della verità.

Ronaldo vuole andare via da Torino: gli spifferi arrivano da tempo, ve ne abbiamo parlato anche attraverso le colonne del nostro portale. Ed i primi 35 minuti in campo del portoghese ne sono stata la palese dimostrazione: oltre ad una pazzesca occasione sbagliata di testa, ci sono da registrare una scarsissima propensione alla manovra ed al dialogo con i compagni. Un ingresso da 4.5 in pagella se non fosse arrivato quello stacco all’ultimo minuto di recupero. Quel gol, seppure annullato, ha annacquato quello che sarebbe stato più di un mezzo disastro.

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Allegri dirige la Juventus
Massimiliano Allegri, Juventus (Getty Images)

Allegri non è Pirlo, Ronaldo non è Messi

Massimiliano Allegri non è Andrea Pirlo: che si chiami Ronaldo non gliene frega nulla. L’importante è avere il musetto davanti quando la partita è finita. Ed è sull’altare del risultato che si sacrifica tutto, soprattutto chi non si sacrifica per la squadra. Insomma, meglio Morata di Ronaldo, sotto questo punto di vista. Francamente, è apparso quasi di sufficienza l’atteggiamento con il quale Allegri ha trattato il caso Ronaldo. Mettiamola così: se al tecnico livornese dessero Gabriel Jesus ed un altro centrocampista (tipo Pjanic), lasciando andar via Ronaldo, non vedremmo allenatori incatenati alle porte della Continassa.

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Se Allegri può vivere serenamente senza Ronaldo (d’altronde, i migliori risultati degli utlimi anni la Juve li ha raggiunti senza il lusitano), Ronaldo può vivere meglio senza la Juventus. Quell’ingaggio, però, da 31 milioni netti ad un’età certamente non verdissima sono l’altra parte della catena che rende Ronaldo prigioniero della Juve. Da un lato, c’è Allegri ed il suo calcio: dall’altro ci sono le difficoltà ad esser piazzato. Mendes, il suo potente agente, ci sta provando: il valzer di punte negli ultimi giorni di mercato potrebbe esser clamoroso o tramutarsi in una bolla di sapone. Se bolla dovesse essere, Ronaldo trascorrerà l’ultima stagione a Torino: in una gabbia dorata con zaffiri e diamanti di cui si perde rapidamente il conto dei carati. Resta da capire se mai Andrea Agnelli si sia pentito di aver investito su Ronaldo centinaia di milioni di euro, se non abbia mai chiesto scusa a Marotta per non aver ascoltato il consiglio di un vecchio saggio del calcio italiano.

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