“Non gioca fino alla firma”: il talento del Milan nascosto per non cederlo

Il talento del Milan tenuto nascosto per non farlo scoprire da altre società: il retroscena sul giovane centrocampista rossonero

Mai più in campo: l’ordine perentorio dato dal presidente all’allenatore. Nessun caso, niente rottura anzi: la certezza che quel talento sarebbe finito troppo presto nel mirino delle big e trattenerlo sarebbe diventato impossibile. E’ il retroscena svelato da Roberto Boscaglia, ex allenatore del Brescia, su Sandro Tonali. Il centrocampista sta per essere riscattato dal Milan dopo una lunga trattativa e il suo ex tecnico, colui che lo ha fatto debuttare in prima squadra non ha dubbi: si tratta di un calciatore che esploderà, diventando anche il perno della Nazionale.

Però è il retroscena sul suo debutto a prendere l’attenzione. La telefonata di Massimo Cellino, patron del Brescia, al termine della gara che vide Tonali per la prima volta cimentarsi con il calcio dei grandi. Una telefonata per “nascondere” il centrocampista, allora 17enne e tenerlo lontano dai riflettori degli scounting.

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Tonali
Sandro Tonali e Joaquin Correa (Getty Images)

Milan, Tonali nascosto per non perderlo

In un’intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’, Boscaglia racconta come andò quella volta. Dopo il debutto di Tonali, lo chiamò Cellino: “Voleva nasconderlo – racconta il tecnico -. Non aveva ancora un contratto da professionista e il presidente mi disse di non farlo giocare fino alla firma”. Il motivo è presto detto: “Altrimenti ce lo rubano, diceva. Voleva proteggerlo”.

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Scelta indovinata perché Tonali è rimasto a Brescia, è esploso ed è ora ad un passo dal diventare un calciatore del Milan a titolo definitivo. Tutto però è nato dalla telefonata di Cellino che ha nascosto il talento del centrocampista, fin quando è stato possibile.

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