Aurelio De Laurentiis torna a parlare. Il patron della SSC Napoli ha convocato una conferenza stampa a Roma: incontro con i giornalisti.
Dopo mesi di silenzio stampa, la SSC Napoli torna a parlare. A farlo è Aurelio De Laurentiis, patron del club, intervenuto in conferenza stampa direttamente da Roma. Il numero uno del club partenopeo ha incontrato i giornalisti per riferire le ultime novità in casa Napoli. Ecco quanto dichiarato: “Sono stati momenti difficili questi del Covid-19 che non ci aspettavamo. Ci ha colti impreparati. Già nello scorso campionato, avere questo problema nel mese di marzo, dover ritardare il campionato stesso e non avere lo spazio ed il tempo per la programmazione… Che senso ha dover programmare i campionati Europei in questa situazione? Costringerci a non avere un riposo dovuto, un mercato vero? Dobbiamo fare la corsa per creare assist agli istituzionalisti? Loro stanno nei ruoli che ricoprono grazie a noi. Invece che essere al nostro servizio ci creano problemi non da poco.
Finale Euro 2020 a Londra? Si parla di 75mila partecipanti, forse riducibili a 25mila. Per loro è più importante giocare una partita che preservare la salute? Questo ancora mi scandalizza. Mario Draghi deve prendere atto che ci sono più di 30 milioni di italiani che trovano nel calcio una valvola di sfogo. L’80% di questi sono uomini che lavorano per il paese. Allora, caro Draghi, perché tu ti disinteressi completamente al mondo del calcio? Perché non posticipi i campionati ad una data che sia serena sul piano vaccinale? Perché in Europa i vaccini non sono obbligatori? Il calcio per colpa del Covid è sotto di 1 miliardo e mezzo. Siamo tutti in rosso per questo motivo. Il Governo non fa nulla”.
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Napoli, parla De Laurentiis
Poi prosegue: “Cosa è accaduto in Napoli-Verona? Rimproverare qualcosa a qualcuno è la strada meno efficace. Una volta che rompi qualche cosa, i cocci si vedono sempre. E’ stato un anno e mezzo improprio. Senza i tifosi e col Covid le partite sembrano quasi giocate in un acquario, dove l’impetuosa presenza fonica delle voci degli allenatori sembra quasi stordente. C’era quasi una situazione irreale. Io non credo che quando c’è il tifo la voce dell’allenatore arriva ai vari calciatori. Ho nulla da rimproverarmi, il campionato è stato falsato per tutte le squadre. Io non faccio dietrologia e cattivi pensieri.
Napoli-Verona? E’ stata una grande delusione, sono andato negli spogliatoi durante l’intervallo. Mi ha fatto molto piacere vedere il gol segnato che mi ha quasi rilassato. Non mi ha fatto piacere vedere il pareggio. Alla fine di un campionato così negativo e complesso, dove anche il risultato degli altri conta più di ogni altra cosa… in delle partite forse meritavi di più. Cagliari? Quell’episodio già ci aveva creato patemi d’animo. Non ho nulla da recriminare, è stato un anno e mezzo falsato. Prossimo campionato intorno al 20 agosto? Non sapremo se avremo negli stadi i tifosi. Io vorrei che i miei colleghi dicessero che ho ragione”.
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ADL sulla Superlega
“Con Florentino Perez ci conosciamo, ma non mi ha mai contattato per la Superlega. non sono mai stato a favore della Superlega. Non è facendo un super torneo a 12 squadre hai risolto i problemi dell’economia del calcio. I problemi si risolvono prendendo coscienza. La Superlega è una grandissima cretinata. Sono anni che dico che serve un campionato europeo più equilibrato. Ora come va a finire? Dovrebbe prevalere il buon senso. La cosa più auspicabile è che tutti gli attori del sistema si possano sedere intorno ad un tavolo. Se faccio giocare la Juventus col Crotone è difficile che il Crotone possa battere la Juventus. Lo sport è anche questo, è vero, però è vero che Veltroni nel ’96 disse che le società di calcio non erano dei club ma delle SPA con bilanci a posto e finalità lucrative”.
Sui Mondiali
“Mondiali in inverno? Quella è un’altra super cazza** del secolo. Io ho negato a Fabian Ruiz di andare a Tokyo? Azz, ma stiamo scherzando? Allora dico per dire, iniziamo i campionati a dicembre visto che si gioca a dismisura e che ci sono le Olimpiadi“.
Su Spalletti ed Insigne
“Luciano Spalletti ha la mia stima da tempo. Ai tempi dello Zenit mi disse che non si poteva muovere e quindi virammo su Benitez o su Sarri, non ricordo precisamente. L’ho sempre avuto in grande considerazione. E’ uno che sa allenare le squadre molto bene. Per noi quando abbiamo giocato contro di lui non è stato facile. Se l’è sempre cavata molto bene. Insigne? Non ci siamo proprio visti, c’era la necessità di finire il campionato e poi la partenza per la Nazionale. Finiti gli impegni ci si incontrerà, sarà quel che sarà”.
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“Non è un problema non essere andati in Champions. Il problema è che il Napoli è passato da 30 mln a 156 mln di stipendi. E’ ovvio che bisogna sanare questo problema. Il Napoli spende delle cifre che non fattura. Deve rivedere quello che può essere il foglio paga dei calciatori. C’è chi fattura molto più di me che ancora non mi paga. Vendere un giocatore non basterà. Purtroppo il Covid ci ha giocato un brutto scherzo, quello di avere fiducia nelle autorità da bravi cittadini. Ne abbiamo pagato le conseguenze. Prima di Draghi tutti quanti sono andati a casaccio, anche in Europa.
Io devo calmarmi ogni tanto, sono capace di uscire di qua ed inventarmi una nuova società. Due acquisti non li avrei dovuti fare, non avrei dovuto fare alcuni spostamenti. Avrei dovuto dire ‘Aurè, calma e sangue freddo, il campionato è falsato, congeliamo tutto e sopravviviamo’. Invece, da ultra ottimista quale sono ho investito troppi soldi e dall’altra parte mi dicevano ‘Hai un contratto per 5 anni ancora ma non lo possiamo rispettare’. Tu in quel momento che fai? Fai un gran respiro, soffri e vai avanti, senza incazzart*”.
Su Verona-Napoli
“Una cosa che avrei voluto fare e che non ho fatto? A Verona-Napoli io, ad un certo punto, viste alcune partite dove il mister non si sentiva nella forma perfetta, ho evitato che si potesse speculare. Ho detto che era meglio mettere il silenzio stampa. Convocai una riunione all’Hotel Britannique dove c’erano tutti. A loro ho detto che avrei potuto pagarli in ritardo, invece li stavo pagando in anticipo. Dissi che l’allenatore sarebbe rimasto e che a quel punto potevano andar via. A Rino dissi ancora altre cose”.
Su Gattuso
“Io ho visto Gattuso per un certo numero di partite dolente e con tanto di occhiali, con un paio di volte non presente nella panchina effettiva. Benitez? Io mi sento ogni quattro, cinque mesi. Ci è rimasta una sintonia. Quello che mi piacque di lui fu che era molto inglese sul piano dell’organizzazione. La prima volta che parlammo di calciatori lui mi fece una lista. Io gli dissi che sarebbero serviti 300 milioni. Mi presentò poi una seconda lista, anche quella troppo cara. Mi presentò una terza lista che diventò quella effettiva. A me questa cosa mi è piaciuta. In realtà con Rafa io avevo un contratto per un anno più una opzione. Aveva sempre avuto un problema con la moglie e le figlie.
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Tweet di addio per Gattuso? Ognuno misura la propria educazione attraverso il proprio modo di vivere la vita. Il fatto che avessi deciso di smetterla con Gattuso risaliva all’anno precedente, ma ad agosto scorso non c’era tempo per riprogrammare. L’avevo preso per tamponare l’uscita di scena di Ancelotti. Sarebbe andato via anche se avesse vinto il campionato. Ho sentito Spalletti per tutelare il Napoli. Abbiamo perso partite che non avremmo dovuto perdere. La non continuità effettiva è stata una riconferma che io dovevo interrompere quella collaborazione, anche se fossimo arrivati in Champions”.
“Se farò il tifo per Insigne o Mertens in Belgio-Italia? Ovviamente per Insigne. E’ chiaro che poiché li considero tutti dei miei nipoti, in una cena con chi sarà a Dimaro sarà una conversazione che intratterrò quella su Napoli-Verona. Cercherò risposte che forse non arriveranno mai. Cessioni dei big? Bisogna stabilire con l’allenatore cosa sostituire e cosa no. Solo quando sapremo dove andare ad operare, poi bisogna vedere se il mercato permetterà di operare in uscita per poter poi operare in entrata. Spalletti io lo vedrò venerdì alle 12:30 a Castel Volturno. Vedi come io sono ligio? Domani è il primo luglio, domani inizia il suo contratto. Proposte indecenti? Magari ci fossero. Nessuno è incedibile per delle proposte appropriate.
Obiettivo per la prossima stagione? Ho bisogno di far quadrare i conti e di tornare in Champions. Con i tifosi mi posso scusare soltanto io, qualunque scuse fatta da un calciatore o dal capitano potrebbe sembrare una cosa voluta. Io dialogo con le mie chat con i tifosi. E’ chiaro che il tifoso ha sempre ragione e che non abbia interesse alla salvaguardia dei conti. Io li capisco. Il silenzio stampa è stato una panacea. Per evitare i trappoloni e rovinare il rapporto tra società e l’allenatore ho messo il silenzio stampa. L’ho messo dopo aver sentito cose inappropriate. Io in quel momento difendevo l’allenatore.
Chi mi disegna le maglie? Ho detto vaffancu**, ci metto la faccia e mi metto a lavorare. Ieri e stamattina lavoravo per questa cosa. Devi creare delle svolte, poi magari ci rimetti dei soldi, ma devi distaccarti dal passato.
Svolta nel settore giovanile? Assolutamente sì, ma nella vita post Covid le priorità sono altre. Non c’è grande serenità tra i genitori alle sirene del Nord… Avevamo il vivaio a Castel Volturno, poi decidemmo che non era bello far vedere ai giovani il calciatore che arrivava con la Ferrari e con la Porsche. Trovammo un posto niente male che poi è fallito. Ho cercato di prenderlo dal Comune che non ha avuto intenzione di darmelo. Ho provato a comprarmi il Kennedy, dove ci siamo spostati, ma non tutto era a posto.
Quando nel 2004 ho preso il Napoli non ho avuto calciatori, uffici, centri sportivi. Vidi Pierpaolo Marino andare a comprare le maglie da un tabaccaio. A Paestum, in un albergo, organizzammo il primo ritiro. Siamo partiti da zero. Non si dimentichi mai che dal primo anno di Serie A abbiamo giocato l’Intertoto. Salire con grande spinta vi ha illuso che poi avessimo il fiato per fare tutto il resto, vivaio compreso”.