Diversi arbitri ed assistenti sospesi per rimborsi gonfiati: uno scandalo che può condurre gli arbitri alla vera trasparenza
La grande chance da non sprecare per Trentalange
Alfredo Trentalange è arrivato a sostituire il regno interminabile di Marcello Nicchi nell’associazione arbitrale. Un’eredità pesante, non facile, minata da subito da tutti questi fattori. Trentalance si è presentato come l’uomo della trasparenza, della chiarezza, della volontà di cambiamento. Qualche passo c’è stato: non basta, però, assolutamente quello che è stato fatto finora. Qualche parola pronunziata qua e là da qualche arbitro in qualche media nazionale, questo gesto di inviare subito gli atti alla Procura federale sul caso rimborsi. La strada è interessante, ma insufficiente.
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Il presupposto dal quale bisogna partire è quello che l’Aia deve essere divisa dalla FIGC. Troppi interessi, molto ingerenze, poca indipendenza: un sistema controverso che peserà sempre su quella che deve essere l’esigenza di un giudice terzo di essere indipendente. Inoltre, e legittimo chiedere che i voti degli arbitri siano resi pubblici: che in qualche caso anche le valutazioni della singola partita siano rese note, spiegate, con la possibilità per il grande pubblico di capire come funziona lo stesso sistema arbitrale. Gli arbitri devono essere resi i professionisti, le società devono mostrare rispetto per professionisti di altissimo profilo: inoltre, ci vuole un dialogo che porti alla maturità che già c’è in altri paesi.