La Coppa Italia è l’ultimo atto che divide Ronaldo da una stagione fallimentare con la Juventus. Ci vuole una notte da CR7
Quei furgoni che portano via le sue lussuose auto nel cuore della notte dal cuore della collina di Torino hanno fatto il giro del mondo. Anche perché lui è Cristiano Ronaldo e qualsiasi cosa lo riguarda fa un rumore immane. C’è l’eco dei suoi trionfi, dei suoi record. Si sente, però, anche un pesante fragore se fallisce. Una Supercoppa vinta in gara unica contro un Napoli ai minimi termini non può certamente significare qualcosa di importante per CR7: così come in un momento normale della vita calcistica della Juventus e dello stesso fenomeno lusitano non lo sarebbe una ‘banale’ Coppa Italia.
La finale contro l’Atalanta segna, addirittura, una Juventus sfavorita rispetto all’avversaria, con la sensazione del suo leader tecnico che pronto a lasciare la nave mentre i compagni affondano. Sarà stata una mera coincidenza, non vorrà dire niente dal punto di vista della permanenza dello stesso Cristiano alla Juve nella prossima stagione: quelle auto che lasciano Torino, però, hanno segnato l’ennesimo punto di frattura anche con il tifo bianconero che non riconosce più a Ronaldo quelli imprescindibilità nel sistema.
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Ronaldo, la Coppa Italia sia come la Champions
Anche se dovessi andar via, la storia calcistica di Cristiano Ronaldo merita di essere onorata. Deve essere CR7 a trasformare quest’ultimo atto del trofeo tricolore. Non sarà mai una finale di Champions: può diventare ed esser vissuta come una semifinale europea, in una di quelle notti nelle quali si è esaltato con la maglia del Real Madrid.
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La storia italiana del portoghese può terminare nel peggior modo possibile senza qualificazione Champions e senza neppure questa vittoria in Coppa Italia. Sarebbe una macchia indelebile sulla carriera di Ronaldo che lontano da Madrid non è riuscito ad incidere come avrebbe voluto, non è riuscito ad esprimere quel valore assoluto che pensava di avere e di poter portare in dote alla Juventus.
Andrea Agnelli già deve fare i conti con una cassa esangue, sulla quale Cristiano Ronaldo pesa tanto. Una sconfitta contro l’Atalanta certificherà ebbe la necessità di una rivoluzione culturale prima ancora che tecnica in casa bianconera.