Anche l’allenatore del Barcellona Ronald Koeman si aggiunge alla lista di chi si è espresso in maniera critica nei riguardi delle istituzioni calcistiche.
Che siano state 48 ore di fuoco per l’intero mondo del calcio è un concetto ribadito più volte nonostante l’evidenza del fatto. L’uragano scatenato dalla nascita (e dalla morte) del progetto Superlega ha occupato le pagine di tutti i giornali e portali web, non solamente sportivi.
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Negli ultimi giorni, quelli seguiti alla dichiarazione dei 12 club fondatori, si sono susseguite le dichiarazioni di numerosi esponenti di rilievo del mondo del calcio, compresi allenatori del calibro di Jurgen Klopp e Pep Guardiola, i quali non hanno nascosto i loro dubbi nonostante rappresentino due squadre coinvolte nel progetto scissionista, rispettivamente Liverpool e Manchester City.
Alle loro voci si è aggiunta quella di Ronald Koeman, il quale ha parlato nel corso della conferenza stampa alla vigilia del turno infrasettimanale della Liga, che vedrà il Barcellona contrapposto al Getafe, dell’UEFA prima ancora che della Superlega, usando parole molto dure: “Hanno a cuore solo i soldi”.
Prima di Koeman anche Guardiola aveva criticato la nuova Champions League
L’allenatore olandese si è quindi espresso senza mezzi termini nei confronti degli organizzatori della Champions League, seguendo in questo senso il pensiero del collega Guardiola, il quale aveva aspramente criticato la riforma della massima competizione per club, che dal 2024 avrà molte più squadre iscritte e molte più partite in calendario.
Koeman ha dichiarato ai giornalisti che ritiene: “Incredibile quante partite si debbano giocare ogni anno in tutte le competizioni… L’UEFA parla, parla, ma non ascolta le persone che sono nel calcio, gli allenatori, i giocatori. Ha a cuore soltanto il denaro”. Lo sfogo non è terminato così. L’ex CT della nazionale olandese ha infatti preso di mira anche la lega nazionale spagnola, la Liga, colpevole secondo lui di scegliere orari e date non ideali per la disputa delle partite, come altri (la UEFA) senza pensare ai giocatori: “In Spagna è la stessa cosa, sono tantissime partite. E sono spesso a orari non ideali per giocare a calcio, come accadrà domani, alle 10 della sera. È normale pensare al futuro del calcio, ma prima di tutto bisogna pensare a proteggere i calciatori”.
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Quando infine è arrivato il momento di esprimere un parere sulla Superlega, l’allenatore blaugrana è tornato ad essere molto cauto, a ragion veduta: “Ne ho parlato ieri con il presidente. Mi ha spiegato quali erano le intenzioni del club, però, dopo tutto quello che è successo, è meglio che non dia un’opinione… Non sono io che devo parlarne, è il presidente. Io devo preparare la partita“. Dovesse andare male con il calcio, per Koeman si prospetta un futuro in politica.