Andrea Costa, Sottosegretario alla Salute, ha parlato a CMIT TV delle riaperture degli stadi, degli Europei e della questione vaccinazioni in Italia.
L’ansia per il futuro sembra crescere in questi giorni, soprattutto nel mondo del calcio. Si attende entro la fine della settimana, infatti, che la UEFA si pronunci in merito alle sedi dei prossimi Europei. Dovrà esserci il pubblico, anche se al 25% per ogni stadio. È la prerogativa per ospitare la competizione nella sua prima edizione itinerante.
Andrea Costa, Sottosegretario alla Salute, a ‘CMIT TV’ ne ha parlato così: “Penso che dobbiamo avere la responsabilità di fare delle scelte con un piano vaccinale che sta iniziando a produrre dei risultati. Oltre 13 milioni di cittadini hanno avuto almeno una dose. L’idea quindi di dare l’ok agli Europei rappresenta una speranza che possa aprire le strade ad altre aperture. Se passa il concetto che si può riaprire in sicurezza, il calcio può sembrare un punto di partenza anche per teatri, cinema ed eventi all’aperto. Ci sono stati una serie di incidenti diplomatici con la Turchia che ha provato a portarci via l’Europeo in risposta alle dichiarazioni del nostro Premier, ma gli Europei si terranno nel nostro paese”.
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La Turchia prova a rubare gli Europei, ma l’Italia riapre gli stadi
Costa ha confermato inoltre che si potrà andare leggermente oltre il 25% degli spettatori e anzi ha mandato anche un messaggio importante, ossia quello di valutare la presenza dei tifosi allo stadio simbolicamente anche per la finale di Coppa Italia e/o per le ultime due giornate del campionato di Serie A, sebbene in ridotta percentuale: “Si può aprire una riflessione e mi auguro che sotto questo aspetto si possano avere delle risposte, naturalmente poi ci sono delle altre esigenze alle quali dare delle risposte, dobbiamo dare una possibilità di riorganizzare le riaperture”.
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In merito al piano vaccinazioni il Sottosegretario alla Salute ha parlato anche di come ci si organizzerà per il mondo dello sport, e nelle fattispecie del calcio. Al momento non c’è e non si prevede alcun piano prioritario per la categoria degli atleti, in quanto bisogna ancora provvedere alla messa in sicurezza degli anziani e delle categorie fragili.