Siamo al rush finale di una stagione massacrante, con più partite distribuite in meno tempo rispetto al passato e lo stress della pandemia.
Le coppe europee hanno inciso, soltanto il Manchester City, il Bayern Monaco e il Real Madrid sono riuscite a stare alla lunga su più competizioni.
L’Inter è l’esempio più calzante: la squadra di Conte ha cominciato a volare in campionato quando ha abbandonato l’Europa.
La fatica, però, è un’abitudine, a tutto ci si può adeguare e così l’incidenza delle coppe europee nei risultati in campionato sta diminuendo paradossalmente quando s’arriva alle fasi decisive.
Nel weekend soltanto tre squadre sulle sedici (il 18,7%) impegnate ai quarti di Champions ed Europa League non è riuscita a vincere in campionato.
Il Bayern Monaco ha pareggiato in casa contro l’Union Berlino, il Manchester City è caduto all’Etihad contro il Leeds, il Villarreal anche in casa contro l’Osasuna.
Il maestro ha battuto l’allievo. Nessuno come Bielsa conosce Guardiola e, infatti, sabato il Leeds ha “incartato” il Manchester City chiudendo i mezzi spazi e coprendo tutte le linee di passaggio a De Bruyne e compagni.
Ci ha pensato poi l’imprevedibilità del calcio, il potere degli episodi a fare in modo addirittura che il Leeds vincesse all’Etihad giocando un tempo intero in inferiorità numerica.
Il Leeds ha spezzato una serie di sei vittorie consecutive dei Citizens. Considerando il vantaggio di undici punti con una partita in più sullo United, la sconfitta si può definire abbastanza indolore.
Non è proprio così per il passo falso di Bayern Monaco e Villarreal. L’assenza di Lewandowski (oltre a tutti gli altri indisponibili) si sta facendo sentire, neanche i giganti sanno resistere alla mancanza degli uomini-chiave.
La Bundesliga, come la serie A e la Premier League, sembrava un campionato ormai chiuso. Il Bayern Monaco sabato con il pareggio contro l’Union Berlino l’ha riaperta, il Lipsia è a -5 e può ancora sperare l’impresa a sei giornate dalla fine.
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Il Villarreal è proiettato alla semifinale dell’Europa League, dove addirittura potrebbe affrontare lo Slavia Praga.
Albiol e compagni in campionato hanno registrato, però, una brusca frenata nella battaglia per tornare in El. Con la sconfitta interna contro l’Osasuna, il “Submarino Amarillo” è scivolato al settimo posto e, se finisse oggi la Liga, andrebbe nella nuova Conference League.
La fatica è un’abitudine, calarsi nelle difficoltà è mestiere complicato ma ci sono squadre in Europa che ci stanno riuscendo.
Il weekend ci ha regalato partite molto tese, giocate dopo gli sforzi nelle coppe ma nessuno ha pensato alle gare giocate ogni tre giorni.
Al Real Madrid mancavano Sergio Ramos e Varane, quattro giorni prima aveva affrontato il Liverpool ma nella tempesta di Valdebebas nessuno ci ha pensato.
Il “Classico” contro il Barcellona è stato molto teso fino alla traversa di Moriba all’ultimo istante, il Real Madrid ha retto sotto tutti gli aspetti: tecnico, tattico, mentale e atletico.
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Non è l’unica traccia: il Borussia Dortmund ha vinto contro lo Stoccarda in rimonta, la stessa cosa vale per il Liverpool contro l’Aston Villa, il Manchester United sul campo del Tottenham e il Granada in trasferta contro il Valladolid.
La Roma anche ha vinto 1-0 contro il Bologna soffrendo tantissimo soprattutto nel primo tempo ma non ha mai dato segnali di calo atletico.
Gli infortuni in casa giallorossa non mancano, si è fermato Spinazzola contro l’Ajax e Mkhitaryan è appena tornato. Fonseca, però, dai tempi dello Shakhtar Donetsk è abituato al turn-over, la fatica così diventa un’abitudine.
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