Multa e inibizione per Lotito: non dura, ma alla Lazio la sentenza sul caso tamponi non piace ed è pronto il ricorso
Non è arrivata la temuta penalizzazione in classifica: per la Lazio è stata, comunque, una giornata importante. Era attesa da parte del Tribunale Federale della Figc una sentenza molto più dira in merito al caso tamponi. La questione è nota: la Lazio era accusata di aver violato il protocollo anti-Covid tra ottobre e novembre: a processo, oltre al presidente Lotito, anche i medici Pulcini e Rodia.
Il Tribunale Federale ha decretato 150.000 euro di multa per la società, 7 mesi di inibizione per il patron biancoceleste e 12 mesi per i due responsabili medici. Una decisione che ‘salva’ Lotito: se il dirigente avesse subito, da consigliere federale come rappresentante della Lega Serie A, l’accumulo 12 mesi di inibizione in 10 anni (due gli erano stati inferti nel 2012), allora la carica avrebbe cessato di esistere.
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Lazio e Procura: ricorso e controricorso
La sentenza emessa dal Tribunale della Figc non accontenta, tuttavia, né la stessa Procura né il club capitolino. La Procura aveva chiesto, poche ore prima, 200.000 euro di ammenda per la società, un’inibizione di 13 mesi e dieci giorni per Lotito e un’inibizione di 16 mesi per i due medici. La Procura Federale fa sapere che: “pur soddisfatta della tenuta dell’impianto accusatorio, non appena saranno pubblicate le motivazioni, farà appello alla Corte Federale poiché le sanzioni irrogate non rispecchiano in pieno quelle richieste dinanzi al TFN”.
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Stesso dicasi per la Lazio, come da comunicato ufficiale: “che impugnerà in appello queste decisioni”. L’obiettivo del club biancoceleste è il proscioglimento totale. La partita si sposta in Appello.