La morte di Diego Armando Maradona è avvolta in un mistero di imbrogli, sciacalli e bugie. Verità sconcertanti quelle del documentario di Infobae, mentre l’eredità va ai cinque figli.
Non c’è pace per Diego Armando Maradona. Dal 25 novembre del 2020, giorno della sua morte, il mistero intorno alla sua figura e alle condizioni di vita nelle quali si districava si è infittito e riempito di momenti incresciosi. Verità su verità. Tutte vengono alla luce grazie a intercettazioni e approfondimenti che rendono incredibilmente amara la scomparsa del giocatore più forte della storia del calcio. “Si faccia giustizia, perché lo hanno ucciso, e lo hanno fatto lentamente”, è il triste riassunto della vicenda di Veronica Ojeda, ex compagna del Pibe, madre del suo ultimo figlio.
Morte Maradona, le strazianti rivelazioni dell’ultimo documentario
Infobae ha confezionato pochi giorni fa un documentario che raccoglie circa settemila audio di Whatsapp e centomila conversazioni. Tutte dimostrano il trattamento che il circolo di medici e “aiutanti” di Diego riservavano all’ex Pibe de Oro. Piuttosto che aiutarlo a non abusare di alcol e marihuana, veniva spesso lasciato a sé stesso affinché “non disturbasse”, ma al contempo continuasse a essere presente e produttivo, in quanto evidente macchina di soldi.
L’evento più duro e chiaro sotto questo aspetto è stato il 60esimo compleanno di Maradona, quando venne portato in pubblico e in campo, visibilmente provato. Non riusciva a camminare né ed articolare le parole. La sera prima, infatti aveva abusato ancora dei suoi vizi, eppure fu portato quasi con forza poiché l’evento era stato pagato. Come se Maradona di quell’introito avesse realmente bisogno… Tristi, sopratutto con le consapevolezze dei retroscena, i passi che compie Diego, il quale ha bisogno di appoggiarsi al braccio dei suoi due accompagnanti e ha bisogno che gli scostino la mascherina dalla bocca, poiché non riesce a muoversi bene né sembra ben cosciente del posto in cui si trova.
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I confitti interni
Ancora, ci sono documenti raccolti e mostrati da Infobae, che raccontano di un Maradona tenuto distante dal suo avvocato Matías Morla praticamente da tutti gli affetti principali. Un tentativo costante di non rovinare l’ecosistema di convenienze creato ad arte dagli affabulatori che circondavano Diego. Gli veniva centellinata la compagnia persino dei figli e gli venne negata una videochiamata con i compagni del Mondiale ’86. Tutto affinché non notassero o facessero domande sullo stato dell’ex calciatore.
Maradona veniva costretto a girare dei brevi video in cui si dichiarava in salute e sereno, affinché Dalma e Giannina si mantenessero a distanza. E proprio di loro due l’avvocato Morla parlava male a Diego. L’aveva convinto che gli rubassero soldi e che si approfittassero di lui, di modo tale da tenerle alla massima distanza, anche affettiva dal Pibe de Oro.
L’eredità di Diego va ai cinque figli: è ufficiale
Tutto per l’eredità? E per il benessere, lo status sociale, i privilegi. Tuttavia, mentre continuano le indagini, la Giustizia ha già fatto la sua parte, dichiarando che i cinque figli di Maradona sono gli unici eredi universali dei suoi beni. Da qui il tweet dell’ex compagna Verónica Ojeda: “Una tappa terminata che dà diritto a Dieguito (figlio minore di Maradona, ndr) a recuperare quanto rubato a Diego”.
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Nella fattispecie, ogni successione dell’ex campione argentino andrà nelle mani di Dalma Nerea Maradona, Dinorah Gianinna Maradona, Jana Maradona, Diego Fernando Maradona e Diego Armando Maradona Jr.
Al momento gli imputati per la morte di Maradona sono il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Díaz y e gli infermieri Dahiana Madrid, Ricardo Almirón, Nancy Forlini e Mariano Perroni.
Uno degli episodi più discussi coinvolge Luque, che durante una conversazione racconta un incontro con Maradona: “Ieri quando ho parlato con Diego, non so chi stesse peggio dei due. Anche io stavo male, per questo ci siamo affrontati a muso duro. Un litigio da ubriachi, ma non lo raccontare a nessuno. Se si viene a sapere, faccio il giro dei giornali”.
Ormai è inevitabile…