L’ex amministratore delegato del Milan Galliani ha rivelato che lui e Berlusconi pensarono a Peterson prima di affidare la panchina a Sacchi
La rivelazione di Adriano Galliani a La Gazzetta dello Sport è di quelle sconvolgenti. Il Milan prima di scegliere Arrigo Sacchi aveva pensato a un altro “coach”. Il corso della storia rossonera avrebbe potuto compiere quindi totalmente un’altra direzione. Questo perché al secondo anno di presidenza di Silvio Berlusconi, i rossoneri dopo la separazione da Nils Liedholm dovettero cambiare guida tecnica.
E la prima scelta non fu l’allenatore di Fusignano con cui il Milan avviò poi una dei periodi più brillanti della sua storia, bensì la decisione assunta avrebbe avuto del sensazionale. Tuttavia l’operazione pensata dalla società non andò in porto perché l’allenatore immaginato al timone disse no.
A quel punto, i rossoneri “ripiegarono” su Arrigo Sacchi che li aveva pochi mesi prima eliminati negli ottavi di finale di Coppa Italia con il suo Parma, compagine che aveva riportato in serie B l’anno prima. Non fu un anno entusiasmante per il Milan, che terminò al settimo posto in campionato e fu eliminato anche negli ottavi anche in Coppa Uefa.
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Milan, la rivelazione di Galliani: “Prima di Sacchi pensammo a Peterson”
Lunghe riflessioni in casa rossonera. L’idea che nacque fu quella di assumere un allenatore rivoluzionario e per questa ragione il presidente Silvio Berlusconi e Adriano Galliani pensarono di ingaggiare Dan Peterson. Anche lui era un esperto della palla ma quella a spicchi del basket.
Galliani ha spiegato la scelta nell’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport: “Ritenevamo Dan Peterson un innovatore e un uomo di grande talento. Gli sport sono uguali a livello di motivazioni e pensammo che si sarebbe potuto adattare facilmente. Da lui però ricevemmo un rifiuto e dunque abbiamo preso Sacchi. A conti fatti, ci è andata bene comunque”.
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Sacchi restò sulla panchina del Milan dal 1987 al 1991 facendo incetta di titoli. Prima di guidare l’Italia, il tecnico di Fusignano conquistò uno scudetto, una Supercoppa Italiana, due Coppe dei Campioni (ora Champions League), due Supercoppe Uefa e due Coppe Intercontinentali. Quest’ultima competizione ha ceduto adesso il passo al Mondiale per club.
Non fu altrettanto brillante il suo secondo breve interregno milanista quando subentrò a Oscar Tabarez nel 1996.