Gattuso regala la Supercoppa a Pirlo: Agnelli e De Laurentiis riflettano bene sul futuro di Juve e Napoli
Sono amici: e da amico Gattuso ha fatto un grande favore ad Andrea Pirlo. Perché il ringhio del Napoli è stato quello di un micetto timido, che quasi si è consegnato alla Juventus. Si dirà: ma Szczesny ha fatto due interventi clamorosi, il Napoli ha sbagliato un rigore.
Tutto vero: ed è così vero che non fa altro che aumentare il peso specifico dell’errore commesso dal Napoli, dal tecnico, dai suoi interpreti. Consegnarsi alla Juventus in questo modo, soprattutto nella ripresa, oltre che per larga parte del primo tempo è stato il modo migliore, anzi forse l’unico, di poter consentire a Pirlo di alzare un trofeo, di prendere ossigeno buono manco fosse su una vetta alpina.
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Ci sta perdere una finale e conciliano con lo spirito di questo sport, del campanilismo che crea le tifoserie, quelle lacrime di Insigne. Non ci sta perdere come ha fatto il Napoli: perché i toni di rinascita usati da Pirlo e dai suoi giocatori sono tutt’altro che appropriati. Gara brutta, condizionata da un Napoli che ha deciso di fare le barricate anche senza che la Juve attaccasse. Una sconfitta che non dichiara la Juve guarita, la Juve pronta alla rincorsa al campionato ed alla Champions. Pirlo resta sotto esame, una Supercoppa non può determinare l’inerzia di una stagione, soprattutto se con un Napoli formato bimbo che guarda il gigante, non riesci a creare vere occasioni da gol. La rete di Ronaldo, ad esempio, nasce da un tocco di coscia di Manolas che finisce dall’altra parte del campo 99 volte su 100. Se Pirlo non si deve sentire l’allenatore della Juventus della prossima stagione, anche Gattuso farebbe bene a sedersi e riflettere. E deve farlo anche De Laurentiis, ponderando e valutando. Anche prendendosi mesi, se necessario.
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Gattuso è il tecnico giusto per questo progetto? Per un Napoli che vuol sfruttare al massimo il suo potenziale è questo il tecnico adatto? La sensazione avuta è stata altalenante, ma con indici tutti rivolti verso la positività. La gara di ieri sera ricorda, però, un Liverpool-Napoli 1-1 a guida Ancelotti. Il Napoli rinunciò a giocare, fece le barricate, ma trovò un punto. Lì iniziò il periodo buio della gestione Ancelotti, perché questa è una squadra nata per palleggiare. E deve farlo in faccia a qualsiasi avversario, anche se è la Juventus. Anche se fosse stato il Manchester City, come volle, ad esempio Maurizio Sarri.
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