Una decisione clamorosa e che sta facendo discutere tutto il mondo dello Sport, la droga non è più identificata come doping.
Una decisione che sta scatenando grandi polemiche e che, siamo sicuri, lo farà anche nei mesi a venire. La droga, intesa come cocaina, eroina, cannabis e ecstasy, non è più considerata doping dal primo gennaio di quest’anno.
Lo ha stabilito la Wada, ovvero l’agenzia mondiale antidoping, che ha modificato il suo Codice rendendo estremamente lievi le pene per chi viene trovato positivo alle “sostanze comunemente definite di abuso al di fuori del contesto sportivo”. Sarà consentito farne uso fino a 20 ore prima della competizione e dopo il controllo medico successivo.
Una decisione, questa, che cambia ovviamente in maniera drastica anche il modo stesso di intendere la vita di un’atleta che, ad oggi, non subirebbe conseguenze gravi a livello sportivo in caso di positività alle sostanze sopra citate (mini squalifica di 30 giorni).
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La droga non è più doping, è subito polemica
La decisione da parte della Wada è stata presa in relazione al fatto che spesso l’utilizzo di questi stupefacenti non viene fatto per alterare le prestazioni. Il che, va da sé, sarà anche vero, ma è chiaro che questa decisione ha già scatenato le polemiche.
Sono in tanti, infatti, a sostenere che questa scelta possa dare il via a dei fenomeni pericolosi soprattutto tra i più giovani. Questi, in sostanza, si sentirebbero legittimati ad utilizzare sostanze potenzialmente nocive e che non andrebbero, dunque, ad intaccare la propria sfera professionale.
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La memoria, però, va subito al passato. La scelta di rendere la “droga” una sostanza non definibile dopante, ovviamente riporta alla mente le esperienze di grandi sportivi finiti alla gogna mediatica (e non solo). Diego Armando Maradona primo fra tutti, ma anche il connazionale Caniggia, Sotomayor campione del salto in alto.