Un’analisi del CorSport ha evidenziato l’assenza del fattore campo in serie A: in questa stagione le squadre impegnate in casa soffrono
Uno degli effetti della pandemia è la flessione dei punti ottenuti in casa dalle formazioni di serie A: gli stadi vuoti hanno azzerato il fattore campo.
L’analisi compiuta dal Corriere dello Sport in tal proposito mostra come da quando si sia andati incontro alla nuova vita calcistica, senza tifosi allo stadio, la forbice tra punti maturati in casa e trasferta si è assottigliata a tal punto che in questa prima parte della stagione 2020/2021, fino a questo momento, la bilancia dei punti conquistati penda in favore delle formazioni impegnate fuori.
Il CorSprot certifica l’ingresso in una nuova realtà prendendo in considerazione i dati emersi in serie A a cominciare dalla stagione 1994/1995.
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Serie A, fattore campo smarrito: la triste realtà degli stadi vuoti
Un tempo si parlava di dodicesimo uomo in campo per indicare l’importanza del supporto dei tifosi ma la dinamica è totalmente cambiata da quando nelle nostre vite è entrato il Covid-19, che ha scombussolato pure questo oltre alle tante abitudini.
Il calcio dopo la sospensione è tornato in maniera differente. Niente più stadio per vedere la partita ma soltanto tv, con buona pace delle piattaforme che ne gestiscono i diritti.
Per le squadre, oltre a un calo dei ricavi generato dalla mancanza di ingressi da sottoscrivere alla voce botteghini, è diminuito pure il fatturato dei punti casalinghi.
In serie A, il punto più alto è stato toccato nella stagione 1998/1999 quando i punti in casa sono stati 585, a fronte dei 252 in trasferta, vale a dire il 69,9% del totale generato dal fattore campo.
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Quest’anno, per la prima volta, il dato dà torto alle squadre di casa, che hanno fin qui ottenuto soltanto 183 punti mentre chi ha giocato in trasferta ne ha incassati 192. Tradotto, significa che chi ha giocato tra le “mura poco amiche” ha incassato soltanto il 48,8% del totale.