Alessio Cragno è uno dei tanti talenti azzurri nel ruolo di estremo difensore, ma nonostante le prestazioni al limite dell’eroico continua ad essere sottovalutato
Alessio Cragno continua a distinguersi con parate spettacolari che in molte occasioni hanno mantenuto in partita la sua squadra. Esempio più che lampante ne è la sfida di oggi contro l’Inter. I nerazzurri, presentatisi alla Sardegna Arena con la bava alla bocca, hanno visto ogni possibile tentativo di conclusione verso la porta rossoblu infrangersi sulle mani forti e reattive del 26enne portiere del Cagliari per 77 interminabili minuti, prima che l’ex Barella trovasse il gol scaccia-frustrazione. Fino a quel momento a nulla erano serviti i tentativi di Lukaku, Eriksen, Sanchez e Young.
Nato il 28 Giugno del 1994 a Fiesole, Alessio Cragno comincia la sua carriera nel Lanciano prima di trasferirsi a Brescia. Qui passerà sotto l’ala protettrice di Alfredo Magni, ovvero il mentore di Gigio Donnarumma. Uno con un discreto occhio, insomma.
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Cragno ha molti rivali per il ruolo di portiere della nazionale
A differenza di alcuni suoi colleghi, Cragno non può fare affidamento su qualità donategli direttamente da madre natura. Infatti, pur non avendo il fisico da marcantonio di Super Gigio o la prestanza del “gatto” Silvestri (è alto 1,84 cm, con una corporatura nella norma), sembra sempre in grado di mantenere intonse le ragnatele che pendono dai suoi pali, il tutto grazie alla sua straordinaria reattività e all’Icariana propensione al volo. Non a caso con gli anni si è aggiudicato il soprannome di “uomo Cragno“, evidente e azzeccatissimo richiamo all’eroe che, neanche a farlo apposta, veste il rosso e il blu.
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Un punto debole? Forse non è il più affidabile sulle uscite, specie quelle aeree, ma si tratta di un fondamentale spesso influenzato dallo stile di gioco adottato dalla difesa nella sua interezza. In generale gli italiani (e i sardi in particolare) possono dormire sogni più sereni sapendo che un supereroe veglia su di loro.