Amad Traorè è stato tra i più positivi dell’Atalanta negli spezzoni che gli ha concesso Gasperini contro il Verona e il Midtjylland, due squadre in cui la formazione bergamasca ha fatto fatica a segnare.
Ma chi è Amad Traorè? Un gioiello classe 2002 dell’Atalanta che in termini di vivaio e scouting rappresenta un modello da cui ottiene vantaggi tecnici ed economici. I più attenti ricorderanno che Traorè ha già segnato nella scorsa stagione contro l’Udinese il suo primo gol in serie A.
Kulusevski, valorizzato nel proprio settore giovanile, è stato ceduto alla Juventus alla cifra di 42 milioni di euro, per Traorè, invece, il Manchester United ha già investito circa 40 milioni di euro bonus compresi per prenotarlo per gennaio.
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Leggere in questi giorni che un talento proviene da una squadra che si chiama Boca fa un certo effetto. Amad è arrivato in Italia da bambino, il papà non l’ha seguito, è rimasto in Costa d’Avorio dove gestisce una scuola calcio. È cresciuto a Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia con la madre e il fratello Hamed Junior, centrocampista classe 2000 che si è affermato con le maglie di Empoli e Sassuolo.
Amad inizia a giocare subito a calcio, ai primi allenamenti raccontano che non avesse neanche le scarpe ma il pallone è la sua passione e lo fa al Boca Barco, una realtà dilettantistica emiliana dove lo scopre Giovanni Galli della Lucchese. Galeotto fu un torneo in cui a 12 anni Amad vinse sia il premio di miglior giocatore che di capocannoniere.
La dimensione dei fratelli Traorè è superiore alla Lucchese, sono ragazzi da prospettiva serie A. Chi poteva arrivarci se non il compianto Mino Favini, maestro di calcio, scouting giovanile, valorizzazione dei talenti?
Entrambi vanno all’Atalanta e inizia la scalata verso la serie A e nel caso di Amad anche la Champions League, prima a Bergamo e poi a Manchester con tanto d’ingaggio indicizzato di 1,5 milioni garantito dai Red Devils. Per l’Atalanta una plusvalenza totale e anche la percentuale del 15% sulla futura rivendita.
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Qualche mese fa la Procura di Parma aveva mosso l’accusa di ‘falso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina’ nei confronti di cinque persone ivoriane: Bly Blaise Tehe, Marina Edwige Carine Teher (dipendente dell’Atalanta), Larissa Ghislaine Teher, Zadi Gildas Abou e lo stesso Hamed Mamadou Traoré. Era finito nel mirino proprio l’arrivo dei fratelli Traorè.
In seguito all’inchiesta della Magistratura, sono stati prodotti nuovi documenti, e così Traorè è diventato Diallo. Qualcuno poteva pensare ad un nuovo acquisto, invece, si tratta sempre del giovane talento ivoriano che fra un mese giocherà in Premier League.
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